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Roma. Marco Pannella vola a Gerusalemme. «Israele nell'UE è una garanzia per la lotta democratica contro il terrorismo palestinese»
«Contrariamente al previsto, devo partire in queste ore per Gerusalemme con la Delegazione
ufficiale del Parlamento Europeo. Le incombenze, le urgenze di qui (transnazionali,
nazionali e transeuropee infatti incombono) mi avevano indotto ad annullare la mia
partecipazione al viaggio. Sennonché, all'ultimo momento utile è esplosa una "piccola" bomba:
l'85% dei cittadini israeliani sono per la piena ed immediata domanda di adesione del
loro Governo all'Unione Europea. Per di più dal sondaggio risulta che esprimono in modo
perfetto (come forse nemmeno la maggioranza degli appartenenti alla nostra area potrebbe
fare), anche nelle sfumature, la nostra posizione politica. Disistima non solo per la
concreta politica dell'Unione Europea ma anche per quella di Israele per quanto li
concerne; convinzione che la amicizia con gli Usa, e il loro sostegno, è più adeguato
e positivo per Israele. Siamo sempre a livelli del 90% circa di consensi.
Da 30 anni abbiamo e ho articolato esattamente questa posizione complessiva
e sugli specifici punti. Occorre d'urgenza ch'io tenti immediatamente di impedire che
anche in Israele "la politica" e il "potere" riescano a rendere clandestini i risultati
di questo sondaggio, la conoscenza di sé stesso del popolo israeliano. D'altra parte
anche in Italia è subito calato il silenzio totale su questo evento.
Così anche la decisione di promuovere il Partito Radicale Liberale Europeo per gli Stati
Uniti d'Europa (inclusi Israele e la Turchia) e d'America (incluso il Canada) per la
Organizzazione Mondiale della e delle Democrazie, resta totalmente ignorata sia
come notizia, sia nei commenti della stampa e dei cosiddetti "osservatori politici".
Vi assicuro che ad ogni livello, dopo decenni di nostri interventi, fino a
qualche settimana fa, tutti i nostri amici israeliani, anche quelli personalmente
favorevoli alla nostra proposta di piena ed immediata adesione di Israele all'Ue, si dicevano
assolutamente convinti che sia il popolo israeliano, sia il popolo o i popoli "europei",
non sarebbero capaci di comprendere o di gradire la reale possibilità di questo obiettivo.
Non so bene, o affatto, cosa andrò a poter fare a Gerusalemme. Credo
di sapere solamente che devo accorrervi e tentare. Qualcosa.
D'altra parte è così che mi trovo (e a mio avviso ci troviamo tutti) ad
aver assunto - che so - le iniziative sull'Afghanistan o sull'Irak o l'ultima, quella
del dialogo e del tentativo di lavoro con Giuliano Amato».
Mauro Cascio
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