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Latina. Acqualatina. Legambiente: «Si dimetta il rappresentante DS dal consiglio di amministrazione». Un'esperienza da archiviare quanto prima

Le polemiche sollevate da vari esponenti del centrosinistra in merito alla contestazione di Acqualatina da parte del segretario provinciale di AN, nonché sindaco di Pontina, Giuseppe Mochi su non mettono in luce l’aspetto principale del problema. Prova a chiarirlo Legambiente: «Sicuramente il centrodestra ha la quasi totalità dei membri, 6 su 7, del consiglio di amministrazione di nomina pubblica: Sicuramente è vero che la gran parte di questi membri sono presenti nella doppia veste di controllori controllati. Sicuramente è vero che la quasi totalità dei sindaci dell’ATO è di centrodestra. È ovvio quindi che non possono chiamarsi fuori da nessuna responsabilità. Ma la polemica dovrebbe investire la società nel suo insieme. Si dimentica che nei fatti la società, pur con il 51% di capitale pubblico, è gestita dal socio privato attraverso l’amministratore delegato ed il comitato esecutivo che comprende il Presidente del Consiglio di Amministrazione, il vicepresidente del consiglio di amministrazione ( espressione dei soci privati) e l’amministratore delegato (anch’esso espressione del privato). Ha quindi buon gioco Mochi ad affermare che il centrosinistra vuole difendere il soggetto gestore. Non possiamo lasciare a Mochi, nell’inedita, e un po’ impropria, veste di “new global” la battaglia per l’acqua come bene comune dell’umanità e contro qualsiasi sua forma di liberalizzazione. È allora necessario che il centrosinistra prenda atto del fallimento dell’esperienza di Acqualatina, non si accontenti di una società formalmente a maggioranza pubblica. E, compatto, lavori per individuare strade che riportino il ciclo dell’acqua sotto la totale gestione pubblica. Già Verdi e PRC, sono impegnate su questo terreno. Il programma elettorale della coalizione di centrosinistra su questo punto deve essere netto. Altrettanto impegno chiediamo nello scindere qualsiasi responsabilità nella gestione di Acqualatina: l’unico rappresentante dei DS nel consiglio di Amministrazione deve dimettersi. Apriamo come centrosinistra collettivo ai numerosi comitati di cittadini che hanno già raccolto migliaia di firme per chiedere il ritorno totale nella sfera pubblica della gestione dell’acqua. Le recenti decisioni dell’ENEL, il maggior socio privato di Acqualatina, di non considerare più strategico il settore delle acque, ridimensionando Enel Hydro, connesse alle vicissitudini dell’altro socio privato ex Vivendi Waters, ora Veolia, fanno prevedere un futuro disimpegno delle stesse nella gestione di Acqualatina. L’acqua potabile è un diritto, rappresenta un bene comune, non può essere ridotta a merce. Per concludere, proponiamo che i sindaci del centrosinistra, all’interno dell’assemblea dell’ATO, si facciano promotori, come proposto dal Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale sull’acqua, della costituzione del consiglio dei cittadini, con potere deliberativo, che annualmente discuta ed approvi i rapporti sullo stato del servizio. Una buona politica dell’acqua implica un alto grado di democrazia anche a livello locale».

Mauro Cascio


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