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Latina. Sciopero generale. Per la crisi del Lazio i sindacati regionali decidono di scioperare 8 ore anziché 4. Verrengia: «Un atto dovuto»

Venerdì 26 marzo anche a Latina lo sciopero è di 8 ore. La Cisl pontina condivide la scelta delle Segreterie regionali di scioperare ulteriori 4 ore "per denunciare il gravissimo stato di crisi che attraversa il territorio pontino: in soli dieci giorni si sono acuite le crisi (per motivi differenti) di aziende come l'Aprilia Ingranaggi, la Recordati, la Meccano e la Pettinicchio - dice Pasquale Verrengia, segretario generale della Cisl pontina -. Una mazzata forte per l'intera area industrializzata del Nord della provincia pontina. Alle parole dei politici non seguono mai i fatti, questa è la triste realtà". Lo sciopero nazionale è teso a protestare contro la perdita dei posti di lavoro nel mondo dell'industria, i tagli alla sanità e alle pensioni, alla precarizzazione del lavoro. «Contro la politica economica e sociale del Governo centrale - prosegue il segretario generale Verrengia - scendiamo in piazza per protestare e denunciare una situazione ormai insostenibile sull'intero territorio regionale». Infatti, lo sciopero regionale è contro i licenziamenti, le esternalizzazioni e gli scorpori di attività in centinaia di aziende; la mancata realizzazione delle grandi opere infrastrutturali; la dequalificazione del sistema sanitario regionale, il blocco delle assunzioni e la privatizzazione delle attività ospedaliere. «Lo sciopero è sì critico - aggiunge il segretario generale della Cisl - ma è costruttivo, teso ad avviare lo sviluppo regionale attraverso investimenti in ricerca ed innovazione e l'utilizzo dei fondi europei in materia di formazione; la rivendicazione per sostenere le famiglie a più basso reddito; il rilancio delle piattaforme territoriali nei confronti delle Amministrazioni e delle Associazioni locali». Dalla provincia pontina convergeranno 50 pullman dei lavoratori e pensionati di CGIL, CISL e UIL che si sono dati appuntamento alle ore 11.00 in piazza del Popolo a Roma, dove si svolgerà il comizio da parte degli organi sindacali nazionali e regionali. «La nostra scelta di condividere la proclamazione di 8 ore di sciopero è perché riteniamo insufficienti le risposte ottenute in ambito regionale e territoriale - riprende Verrengia -. La Cgil, Cisl, Uil di Roma e del Lazio con questa iniziativa rivendicano il rilancio di una nuova, seria ed organica politica di programmazione per lo sviluppo economico e sociale e per l'affermazione di una reale politica di concertazione in tutti i territori. L'attuale sistema infrastrutturale del Lazio penalizza la mobilità di merci e persone nonché la potenzialità dell'intero sistema produttivo. La regione ha l'assoluta necessità di un piano strategico generale capace di individuare e realizzare una rete di trasporto congrua alle esigenze del sistema economico. La giornata di mobilitazione deve servire a richiamare le Istituzioni alla pratica della concertazione. I tavoli di concertazione territoriale devono ricalibrare la propria funzione rispetto allo scenario economico e sociale, a realizzare opportune sinergie fra Comuni e Amministrazioni Provinciali in materia di formazione e servizi per l'impiego per risanare una condizione di esasperata precarietà che sfiora ormai il 20% del mercato del lavoro, colpendo in particolare i giovani e le donne».

Mauro Cascio


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