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San Felice. Il ritorno del garofano rosso. Ugo Moro: «Un processo di sviluppo, che sia collettivo e condiviso e che consideri meriti e bisogni»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Ugo Moro, segretario regionale del Nuovo Psi. Quali le piattaforme programmatiche? «Abbiamo completatato il cantiere, dobbiamo sedimentare ancora. Abbiamo ricostruito questo soggetto politico socialista, nella sua collocazione storica, riformista, democratica ed autonomista, là dove è sempre stato. Questo è un partito che ha 110 anni di storia e che si è sempre contraddistinto per le grandi battaglie per il riformismo». Di quei 110 anni, gli ultimi 10 sono stati decisamente tormentati e difficili. Qual è il futuro? «Vi dirò. Un giorno un ministro cinese negli anni sessanta interrogato in merito alla Rivoluzione Francese disse che era presto, che gli animi erano ancora caldi. Erano trascorsi circa 180 anni. Scrivere la storia è difficile quando ancora odora di cronaca. Tutto quello che sta avvenendo in Italia dimostra che i socialisti sono stati un comodo capro espiatorio di un metodo di finanziamento di tutti i partiti, nessuno escluso (a parte il Partito Radicale, ndR). Come disse Craxi in parlamento. Questi 10 anni li abbiamo vissuti con l’angoscia nel cuore, con la paura di non essere più compresi, anche a colpa di campagne stampa vergognose e diffamatorie che stavano minando il nostro impegno per la credibilità e l’evoluzione. Noi crediamo che sta per esserci restituito quello che ci fu tolto, anche se in parte. Vedremo». A quale elettorato vi rivolgerete? «All’elettorato socialista, a chi da sempre cerca in un partito politico una risoluzione completa dei problemi, perché vede i suoi diritti in discussione e perché cerca dei riferimenti certi per poterli salvare, per poterli tutelare. Un elettorale che crede in un processo di sviluppo, che sia collettivo e condiviso e che consideri meriti e bisogni. Senza nessuno più avanti degli altri».

Andrea Apruzzese

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