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Latina. Scelte... radicali. Emma Bonino: «I pacifisti sono un sostegno all’agenda politica dei terroristi». La democratica Israele, il satrapo Arafat
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Emma Bonino, nel corso dell’annuale Convention radicale. La Bonino ha toccato tutti i temi e i nodi più scottanti e dirimenti per il futuro dell'Europa, ha duramente criticato l'assenza di politica internazionale e di visione politica da parte dell'Europa: il nostro continente non può continuare a stare «fermo e a dire agli altri cosa debbono fare», oggi «l'Europa non può dare lezioni a nessuno». «L'Europa necessaria, oggi non c'è», ha osservato l'ex commissaria europea: «Un'Europa che non reagisce, che condanna Israele e la Palestina all'isolamento, che non sceglie da che parte stare, se con la democrazia israeliana (non per forza con il governo) o la satrapìa di Arafat, ignora da decenni di offrire la prospettiva di un ingresso pieno nell'Unione Europea ad Israele e ad una Palestina democratica, se ci sarà». E, ha concluso, «abbandonare gli iracheni oggi, non ha niente di nobile, niente di cui noi democratici potremo andare fieri». Lei in queste settimane è a Baghdad. Che situazione c’è, adesso? «Sicuramente molto positiva. La gente ha voglia di girare pagina, dopo trent’anni di dittatura. Tutti oggi vogliono una vita diversa. La parola che più ho sentito dire da tutti è: speranza. E quindi, a meno di non fare beceri errori, io credo che una positiva risoluzione di questa vicenda, per gli iraqeni e per noi tutti, sia decisamente possibile». Qual è il ruolo oggi dei soldati? «Intanto c’è un grande riconoscimento e un grande rispetto da parte dei locali, che sia il Governatore o il popolo. I miitari stanno tentando di fare al meglio il loro dovere che è quello di aiutare questa gente per la ricostruzione, in particolare dopo la risoluzione 1511 dell’Onu». Chi pratica il “pacifismo” unilaterale, alludiamo anche ai “pacifinti” schiaffeggiatori e violenti che abbiamo visto in piazza, è un elemento di distorsione e di disturbo nella lotta al terrorismo? «Che lo vogliano o non lo vogliano finiscono per diventare un sostegno all’agenda politica dei terroristi. Questo è un dato oggettivo. Credo che non se ne siano ancora resi conto. Non basta ritirarsi per affrontare il mostro: quando ci sono dei mostri vanno affrontati. Questo pacifismo senza se e senza ma ricorda una viltà che più volte abbiamo visto, di cui l’Iraq non ha bisogno. E se mi consentite: manco noi». Ma tornando a questo discorso, o ancora più in generale alla contrapposizione tra il terrorismo palestinese e la difesa della democratica Israele (che spesso, in aperta e deliberata malafede, si spaccia per “conflitto”) viene spontaneo chiedersi: chi è neutrale tra vittima e carnefice non è implicitamente un complice dei carnefici?
«Ci sono occasioni in cui non si può essere neutrali. Bisogna schierarsi. Questo lusso di essere neutrali le necessità della vita spesso non ce lo consente. E questo è uno di quei momenti».
Ma l'«Europa che non c'è», ha continuato la leader radicale, passando ai temi della politica economica, dell'allargamento, dell'immigrazione, si estende anche alle storture delle politiche comunitarie. Per quanto riguarda l'Italia, è stato forte l'invito di Emma al governo per non cedere alla pressione dei sindacati contro una riforma delle pensioni che è necessaria e che riguarda il futuro. Infine, la negazione dell'informazione, oggi come ieri, la lesione del sistema del "conoscere per deliberare", rappresenta una «lesione importante alle libertà e alla democrazia. Il dibattito delle idee è la forza di un Paese, non abbiatene paura».
Elisabetta Rizzo
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