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Latina. Scelte... radicali. Daniele Capezzone: «Quella della fecondazione assistita è una legge burka imposta dal fondamentalismo»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Daniele Capezzone, segretario nazionale dei Radicali Italiani. Di grande attualità il tema della fecondazione assistita, per quanto riguarda la persona. Già il termine stesso, persona, dovrebbe rinviare all’autodominio e alla responsabilità personale. Eppure sappiamo che non è così. Persino per un embrione. «È stata approvata la legge più proibizionista del mondo occidentale». Una legge burka? «La definizione calza a pieno. Una legge che colpisce i diritti delle coppie sterili. D’ora in poi chi avrà i soldi andrà all’estero. Chi non ha i soldi resterà fregato. Così come accadeva a suo tempo sull’aborto. Quando l’aborto era vietato c’erano i viaggi della disperazione. Per i poveri c’erano le mammane, gli aborti clandestini, gli spilloni, i gambi di prezzemolo. Questa legge colpisce i diritti di milioni di malati. La scienza oggi ci dice che c’è non la certezza ma la speranza per tante terribili malattie: il cancro, le malattie cardiache, la sclerosi multipla, l’Alzeihmer, il Parkinson. E questa speranza viene proprio dalle cellule staminali. E la ricerca viene bloccata proprio su questo. Doppio colpo, dunque. Coppie sterili e malati. Anzi triplo, con la ricerca scientifica. E mettiamola anche da un punto di vista economico: ci saranno paesi all’avanguardia nella ricerca e l’Italia sempre più periferica e marginalizzata. E poi si parla di fuga dei cervelli. Lo credo bene». Come tutelare i principi di uno Stato laico evitando i paradigmi etici e confessionali dettati da una confessione religiosa, il cattolicesimo, che in Italia è purtroppo preminente… «Io rispetto molto chi ha convinzioni diverse dalle mie. Ma le convinzioni morali di ciascuno non devono essere leggi. Uno Stato è uno Stato civile, autenticamente liberale, quando consente a ciascuno di fare la sua scelta morale. È normale dire: io questa cosa non la farei. Ma non posso dire: tu questa cosa non la devi fare. Io non posso imporre le mie scelte personali. Il problema è che sta accadendo questo». È previsto un referendum abrogativo? «Noi vogliamo provarci. Ma occorre che si manifestino forze reali per tentare questa carta. Non ce la sentiamo di andare al massacro. La generosità dei radicali c’è. Ma ci sono forze politiche che hanno tanti mezzi di comunicazione, che hanno tanti autenticatori. Perché non la smettono un po’ di insultarsi, di becchettarsi e non provano a fare questa campagna. Una campagna che non è né di destra né di sinistra, ma una campagna di libertà».

Elisabetta Rizzo

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