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Latina. Terrorismo ed estremismo politico. Maurizio Calvi: «Per l’eversione non esiste più, oggi, alcuna demarcazione netta e definita»

Il senatore Maurizio Calvi, Presidente del CeAS, Centro Alti Studi per la Lotta al Terrorismo e alla Violenza Politica, è intervenuto in merito agli atti dinamitardi posti in essere a Genova rilascia alla stampa la seguente dichiarazione. «Le bombe dell’altra notte a Genova – afferma Calvi – presentano rilevanti punti caratterizzanti con quelle brillate, sempre a Genova, nel dicembre 2002. In entrambi i casi due esplosioni a distanza di tempo predefinita, in entrambi i casi presunti obiettivi mancati agenti di un vicino posto di Polizia. Chiara la volontà di uccidere indiscriminantamente, di compiere stragi evitate sia per caso fortuito che per prudenza delle probabili principali vittime». «Il modus operandi – prosegue il Presidente del CeAS – fa pensare alla matrice anarchico-insurrezionalista già da noi ipotizzata per le esplosioni del dicembre 2002 e, più di recente, in occasione dell’invio di plichi esplosivi a livello istituzionale europeo o, lo scorso mese ad Atene, in occasione dell’incontro internazionale finalizzato all’analisi del rischio terroristico in vista dei prossimi Giochi Olimpici». «Perché proprio Genova?» si chiede Maurizio Calvi, che spiega «Genova è da tempo divenuta il crocevia ed il punto consolidato di incontro per vari gruppi anarco-insurrezionalisti europei, in particolare italiani, spagnoli, tra cui quelli di Barcellona, e greci, tra cui il gruppo “17 Novembre”. Inoltre bruciano ancora, con tutti i loro strascichi di lacerazione e di contrapposizione, gli eventi del G8, che si caratterizzano per un clima di particolare violenza». «Infine – conclude il Presidente del CeAS – l’Unione Europea che tanto stenta a convergenze ed unità tra gli Stati è di fatto da tempo una realtà per il terrorismo internazionale, che agisce semplicemente ignorando le tradizionali linee di demarcazione e le diverse giurisdizioni che vengono accomunate nella determinazione di combatterle ed abbatterle con metodi violenti e terroristici».

Mauro Cascio


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