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Latina. La Città possibile. Massimo Della Campa: «Vanno trovati spazi di significato anche e soprattutto per i poveri, i diseredati, i reietti»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Massimo Della Campa, uno dei moderatori della tre giorni
di convegni che hanno fatto da cornice alla Gran Loggia 2004 del Grande Oriente d'Italia di Palazzo
Giustiniani, la Massoneria Italiana.
Il tema generale della "Città dell'Uomo" è stato diviso, nel corso dei tre giorni, in
tre sottotemi diversi: "La città possibile", "La città negata" e "La città dell'Uomo e di
Dio". Qual è il significato della contrapposizione tra città possibile e città negata?
«Il significato della esclusione dei poveri, dei diseredati, dei reietti, dei diversi.
Si nega quello che è un diritto fondamentale dell'uomo: quello di vivere, di vivere bene,
di vivere con dignità. Da questo convegno credo sia emerso in maniera chiara come finiscano
sempre per emergere bisogni non previsti e non prevedibili». Lei sottolinea sempre
quelle che sono tre categorie a rischio: i bambini, gli anziani e gli immigrati.
Anche queste risorse sono però importanti, se non fondamentali, nella "città possibile"...
Altrimenti in senso negativo possono subire dei momenti di negazione della vita urbana...
«Sono tre categorie non nuove. Le novità sono invece sorte nel contesto in cui
sono inserite. Oggi la società è una piramide rovesciata. Prima c'erano tanti bambini
e pochi anziani. Oggi è il contrario. Rispunta invece il vecchio tema della solitudine
in città che crescono a dismisura e in cui si perde il senso del clan, dell'appartenenza,
della comunità, della famiglia».
Massimo Della Campa, napoletano di nascita e di famiglia. Nel corso di un’intensa vita
professionale in Italia ed all’estero (esercita l’avvocatura a Milano dove risiede dal 1950)
ha ricoperto incarichi in organizzazioni italiane ed internazionali. Personalità attiva
nella vita sociale e culturale milanese, è da sempre impegnato nel campo dei diritti civili.
Presidente e componente di associazioni solidaristiche, presiede dal 1986 la Società
Umanitaria, centenaria istituzione milanese, rilanciata culturalmente e socialmente
con impegni anche nel Meridione d’Italia. Fra le sue pubblicazioni: «La Massoneria italiana»
(Franco Angeli Editore, Milano, 1998, con Giorgio Galli); «Diritti Umani, individualismo
e solidarietà» (Edizioni Società Umanitaria, Milano, 1999, con Morris Ghezzi e Paolo Gastaldi);
«Vecchie e nuove povertà nell’area del Mediterraneo. Situazioni e politiche sociali a confronto»
(Edizioni Società Umanitaria, Milano, 1999, con Umberto Melotti e Morris L. Ghezzi).
Andrea Apruzzese
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