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Latina. La Città dell'Uomo, la Città di Dio. Don Paolo Renner: «Chiesa e Massoneria. Un terribile scontro che può diventare un possibile incontro»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS don Paolo Renner, docente di Teologia cattolica
presso l’Istituto di Scienze Religiose di Bolzano. Una tre giorni di convegni
dedicata alla "Città dell'Uomo" con un finale dedicato alla Città dell'Uomo
e alla Città di Dio. Le tre più importanti religioni si incontrano, ospiti
della Massoneria. Ma la Massoneria, che da secoli predica l'incontro, la tolleranza,
la "fratellanza" anche tra fedi diverse può essere davvero un luogo di incontro privilegiato?
«Più che un luogo, direi che può essere un'occasione. La Gran Loggia è una
proposta sicuramente interessante. Ma va anche precisato che non è l'unico
appuntamento organizzato dal Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani e dal
Gran Maestro Gustavo Raffi». In cosa consiste la particolarità dell'approccio massonico?
«È importante perché qui non si parla sugli altri ma con gli altri.
Un arricchimento reciproco e un modo per superare i pregiudizi. Il pregiudizio è una
vera e propria bomba ad orologeria. Tanti pregiudizi del passato vengono vissuti
in maniera emozionale. Basta vedere l'ultimo libro di Oriana Fallaci, «La forza
della ragione», che è un libro pieno di emotività, pieno di insulti, pieno di pregiudizi.
Per noi cattolici incontrare i massoni, che credono in certi ideali, che hanno un
patrimonio tradizionale fatto di simboli a cui associano un lavoro di ricerca, un
approfondimento di tipo morale, filosofico, iniziatico è comunque un arricchimento.
E non solo per noi cattolici». La posizione ufficiale della chiesa cattolica non è
però questa. È ancora in vigore una scomunica nei confronti della Massoneria che è
accusata, in quanto chiesa del "libero pensiero", di essere "relativista" cioè, predicando
l'incontro di fedi diverse e di approcci al sacro diversi, di non credere in quella Verità
Assoluta di cui Santa Romana Chiesa si ritiene unica depositaria...
«Vedete, quella tra Chiesa Cattolica e Massoneria è la storia di un terribile scontro.
Nato in un clima politico teso come quello del Risorgimento. Ma all'epoca le scomuniche
furono reciproche. Pensiamo a quante provocazioni furono fatte dai Massoni al governo
(nell'Italia liberale quasi tutta l'élite era composta di "fratelli") nei confronti
del Vaticano. Pensiamo al monumento a Giordano Bruno fortemente voluto dalle Logge per
sfregio. Pensiamo all'Inno a Satana del fratello Giosuè Carducci. Se i toni delle gerarchie
vaticani furono alti, la Massoneria dell'epoca per difendere i suoi principi di "laicismo"
in realtà non scherzava. Quindi per passare dal "terribile scontro" al "possibile
incontro" si devono riconoscere con serenità gli errori fatti in passato, da una parte
e dall'altra». Un incontro che secondo lei è possibile? «Non corriamo. Da qualche
anno la Massoneria sta facendo delle aperture interessanti in questo senso, soprattutto
sotto la Gran Maestranza di Raffi. Noi stiamo guardando a queste aperture con attenzione,
con rispetto, con speranza. Ma è primavera. Non possiamo già vedere i frutti che l'autunno
porterà. Vogliamo seminare bene, potare bene, mettere dei buoni sostegni a questi
virgulti per vedere come si svilupperà questo discorso. Il dialogo è terreno per pionieri».
Andrea Apruzzese
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