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Latina. Tredici, pettegolezzi ed intrighi di Palazzo. Rita Calicchia: «L'unica tessera che abbia mai avuto è quella di Fonopoli di Renato Zero»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Rita Calicchia, giornalista, capo Ufficio Stampa del Comune di Latina, scrittrice. Ieri hai presentato il tuo secondo libro, "Tredici", in cui apri le porte del Palazzo Comunale. Cosa ci sveli? «È il racconto della vita politica vista da piazza del Popolo. Il mio ruolo mi consente di vedere da vicino e da dietro la politica e quindi anche di svelare aspetti un po' meno nobili: dai pettegolezzi agli intrighi». Una particolarità: nella presentazione del libro non erano presenti i protagonisti ma degli attori... «Sì, mi ha aiutato l'Improvvisata Compagnia. Abbiamo dato l'opportunità ai nostri ospiti di conoscere alcune parti del libro. Si è scelto un percorso particolare, tre sindaci, gli ultimi tre: Redi, Finestra, Zaccheo per raccontare tredici anni di storia di Latina». C'è stata complicità degli interessati? «I politici non amano molto aprire i portoni del Palazzo». E non ti sei inventata nulla. Ci sono delle cassettine... «Mi fido molto poco di loro. Io scrivo per il quotidiano "Il tempo" e mi capita spesso di sentire il politico di turno che dice: "No, ma è il giornalista che ha capito male e che ha frainteso". A me hanno sempre detto che con il giornale ci incartano le uova, l'indomani. Ecco, col libro è più difficile, non fosse altro per il fatto che il formato è più piccolo. Il libro resta. E per sicurezza ho preferito registrare tutto». Il Sindaco Zaccheo ti ha definito una persona professionale dal punto di vista lavorativo. Ti ha anche definito "governativa". Perché? «Forse perché sono riuscita a sopravvivere a diversi sindaci di diversa collocazione. Io mi sento una persona di istituzioni». Ti sono arrivati anche gli auguri di una persona per te molto importante: Renato Zero. «Quella sì che è l'unica tessera che ho in tasca. La tessera di Fonopoli».

Elisabetta Rizzo

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