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Latina. Rifiuti. Rifondazione Comunista: «Quello che serve è un servizio pubblico pianificato in tutta la provincia. Basta con le speculazioni»
«Il nuovo disciplinare prestazionale concordato tra Comune e Latina Ambiente nasce dal lavoro
di una commissione mista nominata dal sindaco a dicembre 2002». Denuncia Rifondazione Comunista:
«Con questo disciplinare si
vuole salvare l'immagine della Latina Ambiente giustificando i disservizi dimostrati
in questi anni, rimpinguando le casse della società con circa 2 miliardi e mezzo di vecchie
lire in aggiunta agli attuali costi del servizio. È evidente che tutto ciò produrrà un
aumento delle bollette per la popolazione che nel giro di dieci anni ha già visto
aumentare le proprie bollette del 154%.
L'importo dell'operazione è di euro 1.359.701,00. Le cosiddette per prestazioni "aggiuntive
e/o integrative" sembrano servizi già previsti dalla convenzione del 1997 che nel
nuovo disciplinare fanno lievitare di circa quattro volte i costi sostenuti fino ad oggi.
Ma le vere "novità" sono essenzialmente due: la raccolta differenziata "porta a porta" di
una indecifrabile zona del centro storico per un costo di 600.000 euro e l'istituzione di
un servizio di guardie ambientali a carico del Comune. Sfugge l'utilità di entrambi i servizi.
La raccolta differenziata sarà sperimentale e per la durata di un anno, forse rinnovabile,
ma riguarderà essenzialmente la separazione del "secco" dall'"umido": è dunque un'operazione
parziale per non dire inutile se non viene progettata l'intera filiera dei rifiuti, e cioè
il loro destino dall'origine alla destinazione: dove andranno a finire i rifiuti secchi? E
quelli umidi? Andrà tutto nella discarica di B.go Montello oppure a costituire quel
combustibile da rifiuti utile per alimentare i termoinceneritori?
L'istituzione di un servizio di guardie ambientali indica infine la volontà di risolvere
con la repressione dei comportamenti "scorretti" dei cittadini, una carenza tutta
della Latina Ambiente in termini di campagne informative e di collaborazione fattiva
con la popolazione.
La gestione della Latina Ambiente si inquadra nell'assenza di una pianificazione del
ciclo dei rifiuti ne nella provincia. L'amministrazione Provinciale ha dimostrato
in questi anni di voler alimentare l'emergenza rifiuti per poi arrivare a far accettare
ai cittadini soluzioni finali dannose per la salute e per l'ambiente come sono gli
inceneritori. Così si permette che qualsiasi amministrazione comunale e aziende private
possano sostenere altrettanto dannose speculazioni come la costruzione di "risolutivi"
impianti di trattamento che non produrranno altro che rifiuti separati e compattati
pronti per essere bruciati. Emblematici al riguardo sono i progetti di costruzione
di un termoinceneritore nel sud pontino da parte del comune di Formia o i più recenti
progetti di impianti di "trattamento di rifiuti" da parte del comune di Sabaudia o
dei comuni dei Lepini facenti parte del consorzio GEA.
Quello che serve è un servizio pubblico pianificato in tutta la provincia che preveda
la raccolta differenziata spinta volta al riciclaggio di tutti i materiali.
Ciò è alternativo sia ad impianti di separazione per la produzione di combustibile
da rifiuti, sia ad impianti di incenerimento o termovalorizzazione.
Mauro Cascio
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