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Latina. Battisti o non Battisti. Ferdinando Parisella: «Caro Pennacchi, il paragone non regge. E se proprio vogliamo analizzare, analizziamo...»
Bene. Bene. Quando si discute è un bene. Per tutti. Ed era questo il mio intento. Anche
perché in questa provincia si discute poco e si approfondisce ancor meno. Sindrome da palude?
Forse si. Eppure bisogna farlo. Ci sono segnali in Italia di “nuova intolleranza”. Un
“paese normale”, definizione dalemiana, deve saper discutere. Puo’ servire. Almeno tra di noi,
qui a Latina, vedo che serve, ci stiamo conoscendo meglio, di allora. Dice: a Ferdinà
ce so pure li morti mia! Embè, sono vent’anni che lo dico, predico e scrivo. L’anno passato,
caro Antonio, intendo Antonio Pennacchi, ricordai Di Rosa. E ora, se rileggi quanto ho
scritto, io parlo di tutti. Di destra e sinistra. Dice: i morti sono nostri, non li tua o
li mia. Certo, è quello che sto sostenendo. E ho paura quando vedo certi segnali. Ma lo
sai che oggi, dico oggi, in questa settimana a Milano c’è chi ha fatto sit-in contro
l’intitolazione dell’Auditorium del liceo classico Carducci a Sergio Ramelli? E il
promotore delle contestazioni è un professore che ha definito l’intitolazione inutile
e demenziale. Eppure la volontà dell’assessore alla pubblica istruzione della Provincia
di Milano, Paola Frassinetti di AN, era di intitolare oltre che a Ramelli, anche a
Fausto e Iaio, due giovani di sinistra uccisi sempre nel '75, l’auditorium del centro Puecher.
E con il solo intento di rendere omaggio a dei giovani morti ammazzati dalla
violenza ideologica. Per chiudere questa assurda strisciante guerra civile che,
come ho ricordato, si lega al dopo 1945. Se vuoi ti mando tutta la rassegna stampa
della settimana. Antò, come vedi, la penso come te. E lo sai. Dice: ma se finimo la “guera”
si liberano i prigionieri. Un attimo, un attimo solo. Hai detto bene si libera
chi è prigioniero. Ma ‘ndo stanno sti prigionieri??? Dice: in esilio. Ma dai, ma quale
esilio. A Parigi? Ma ce sei stato a Parigi? Ma l’hai sentito a Porta a Porta? Non regge.
Il paragone con noi, intendo tu e io, non regge. E lo ripeto ‘na cosa so gli sganassoni,
‘naltra cosa so le pistolettate, per di più a tradimento. Se volemo analizzà, analizzamo.
Ma da qua non se ne esce. La piramide che hai descritto la condivido tutta.
Non c’erano angeli da nessuna parte. Ma in quella piramide ci sono responsabilità diverse.
Ed ognuno deve avere il coraggio di assumersi le proprie. Tu ed io degli sganassoni,
compreso Bortolotto, non mite contadino comunista. Altri le pistolettate. E molti
protagonisti di quella stagione maledetta, le responsabilità se le sono assunte.
È rimasto fuori solo qualche fortunato, o forse, qualche privilegiato.
Eppoi scusami, ma il "dice": me piace forte, continua così.
Ferdinando Parisella
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