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Gaeta. ATO. Beniamino Gallinaro: «I Sindaci non approvino la nuova articolazione tariffaria proposta, in assenza di dati che siano chiari e certi»

«Abbiamo letto con estrema attenzione la nuova proposta di articolazione tariffaria, definita Alternativa, proposta alla discussione dei Sindaci». Osserva Beniamino Gallinaro (del Comitato Difesa Acqua Pubblica): «Dobbiamo dire con estrema franchezza che nessuno degli interrogativi che avevamo sollevato nel documento che proponeva la precedente articolazione tariffaria è stato quantomeno affrontato. Invitiamo quindi i Sindaci a non approvare, in assenza di chiarezza di dati, la nuova articolazione tariffaria proposta. Aggiungiamo, inoltre, che l’articolazione tariffa elaborata per il primo esercizio di Acqualatina era studiata su un volume fatturabile di 45.444.308 mc a fronte dei 36.949.987 mc presi come base per l’ articolazione tariffaria 2004. Una differenza di volume erogato di 8.494321 mc, corrispondente al 20% in meno. Se cerchiamo di capire da dove derivi questa differenza notiamo che essa è concentrata sopratutto nelle fasce di consumo che riguardano gli alberghi, le attività commerciali, artigianali ed industriali. Infatti nella articolazione tariffaria elaborata per il primo esercizio di Acqualatina per queste categorie era previsto un volume fatturabile di acqua pari a 7.060.860 mc mentre nella proposta di articolazione tariffaria 2004 è previsto per queste categorie un volume fatturabile di 1.650.182 mc: una differenza di ben 5.410.678 mc. Solo per memoria: nella proposta di articolazione tariffaria 2004 vengono considerati come base di utenza 30 alberghi (?); 84 attività artigianali (?); 551 attività industriali(?); 4125 attività commerciali: Non è poco credibile? Come è possibile, allora, su queste basi allora proporre di approvare tariffe poggiate su dati poco affidabili? Ricordiamo che dal volume d’acqua preso come riferimento dipende non solo l’articolazione della tariffa ma anche l’entità della quota fissa. Maggiore è il volume d’acqua considerato e minore è il costo che l’utente deve sopportare. Comunque l’unico risultato certo è un aumento generalizzato delle tariffe. Un’ultima annotazione riguarda lo schema di convenzione con il quale è previsto che il deficit del gestore venga ripianato con i canoni di concessione relativi agli anni 2003-2004-2005. Vorremmo ricordare che (si riporta testualmente dalla Convenzione di Cooperazione): "La ripartizione del canone di concessione tra i comuni è stata abolita con Atto n. 1/2003 dalla Conferenza dei sindaci e Presidenti del 19/2/2003, con cui è stato stabilito di delegare la Provincia di Latina ad utilizzare il Canone concessorio, ammontante ad Euro 1.549.371,00 (£. 3.000.000.000), per la Capitalizzazione e ricapitalizzazione di Acqualatina S.p.A., relativamente alla quota a carico della parte pubblica, mediante contrazione di apposito mutuo con la Cassa DD.PP., sino alla concorrenza di Euro 13.485.722,55 (pari a £. 26.112.000.000), somma risultante dai piani economico - finanziari del Piano d’Ambito approvato dalla Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti dell’A.T.O. N. 4 nella seduta del 9 Aprile 2002 Verbale Atto N. 1; le spese di prima capitalizzazione della società mista Acqualatina S.p.A., relativamente alla quota a carico della parte pubblica, e di funzionamento della S.T.O., mediante anticipazione della Provincia di Latina, come precisato in relazione, rispettivamente sino alla erogazione del contraendo mutuo con la Cassa DD.PP. e sino alla corresponsione del primo canone di concessione. Chiediamo quindi: ma se i canoni di concessione sono stati già impegnati come è possibile utilizzarli anche per ripianare il deficit del gestore? I consigli comunali, stiamo parlando di poste di bilancio, non hanno niente da dire in merito?»

Mauro Cascio


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