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Latina. Sul perché Capitan Uncino non è bravo all'uncinetto. Ovvero: breve curriculum vitae degli apologeti instancabili della "cultura de noantri"
Dopo aver spedito le sue poesie a tutti i giornali di annunci dell'agro
redento, ha pubblicato un paio di libri a proprie spese ed ha partecipato
agli unici tre concorsi letterari indetti in provincia, figurando nelle
relative antologie di lusso regalate in due copie a tutti i partecipanti. Il
quarto concorso lo ha vinto, ma aveva partecipato solo lui. Anche
se in genere questo preferisce non dirlo. «Giovannona coscia lunga» e
«Sul perché Capitan Uncino non è bravo all'uncinetto» sono titoli
che lo hanno consegnato all'indelebile memoria dei più eletti del suo condominio.
Instancabile opinionista sui siti internet più sconosciuti della penisola
(dove lo si può in genere ammirare anche in .jpg celebrative con aria ieratica
e corona di ulivo e di alloro), è anche critico puntiglioso e appassionato della qualunque.
Lui sa spaziare dalla letteratura all'arte
figurativa, passando per cinema e gastronomia. Ed è pure fortunato. Ogni tanto
incontra per strada qualcuno che l'opinione gliela chiede davvero. E lui si monta
la testa. Spesso dimenticandosi di darla (l'opinione).
Titolare della cattedra di giornalismo alla Libera Università delle Casalinghe
di Voghera, non disdegna raffinate letture dantesche,
anche in quei ristoranti pontini che gli offrono la cena. Instancabile autore
di versi e canzoni, è pure stato a Sanremo, cittadina che pare abbia particolarmente
rinvigorito la sua vena creativa, passeggiando per le vie del centro.
Prestato al Teatro, ha legato il suo nome ad intramontabili pièce nei principali
luoghi scenici di Latina: la "fontanella dei giardinetti", in cui ha più volte
proposto il suo «Uomo che beve» davanti ad un pubblico attento e competente e
la "panchina di fronte alla pizzeria di Teresa" in corso Matteotti dove ha invece presentato un «Uomo che mangia», l'ultima fatica, che ha però finito
per deludere le
aspettative dei critici più esigenti che si aspettavano qualcosa di meno ripetitivo,
dopo il promettente e rivoluzionario esordio. Anche l'accoglienza dei passanti
è stata piuttosto tiepida.
Queste occasioni lo hanno però messo in contatto con grossi personaggi della cultura nazionale
tra cui basti qui ricordare "Lo Squalo", "Er Pecora" ed "A-Fra-Che-Te-Serve".
Cultore di storia, profondo conoscitore della vita politica, ha da tempo
abbandonato la mediocrità
della provincia, per dedicarsi a tempo pieno ad acute analisi di diritto internazionale
anche queste da tempo affidate alle stampe della sua laserjet. Nei fine settimana
le distribuisce in proprio aldilà del Garigliano, giusto qualche metro dopo il ponte.
Attività che è diventata esclusivamente
estiva per essere sicuro di riuscire a centrare col suo plico caldo di stampa i
finestrini aperti delle vetture in transito. Un primo avvio sperimentale nel mese di febbraio
è stato infatti deludente dal punto di vista dei contatti, avendoli trovati chiusi (i finestrini).
Anche se pare che gli abbia
suggerito un ritorno alla drammaturgia che conta con l' «Uomo che si incazza»
che, a detta di quei pochi privilegiati che sono riusciti a vedere le prove
nei freddi e scuri pomeriggi invernali,
avrebbe conosciuto momenti
lirici di rara intensità espressiva nella variante «Uomo che si incazza sotto un ombrello».
Lettore instancabile, ha terminato tutti i libri che ha recensito. Ha letto la quarta
di copertina dei principali classici disponibili in edizione economica. Ma le letture
preferite, quelle che hanno davvero lasciato traccia dentro di lui, restano
«Giovannona coscia lunga» e «Sul perché Capitan Uncino non è bravo all'uncinetto».
Mauro Cascio
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