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Latina. Bilancio. Affondo di Giorgio De Marchis: «Vincenzo Zaccheo è il Sindaco di tutta la città oppure soltanto una vittima della sua coalizione?»
«Alcuni giorni dopo la sua elezione il Sindaco di Latina disse che sarebbe stato il
Sindaco di tutta la città». Spiega Giorgio De Marchis, consigliere dei Ds:
«In questo modo Zaccheo pose le condizioni per essere un Sindaco al servizio di una
comunità intera e non soltanto di una coalizione di partiti, strategia che ha continuato
a sostenere nel corso di questi due anni.
Questa nuova veste che Zaccheo aveva voluto indossare, forse in virtù del brillante
risultato elettorale conseguito, ricordava Mitterrand nel 1988 quando dichiarò che
sarebbe stato il "Presidente dei Francesi" non soltanto di quelli di sinistra.
Queste affermazioni hanno fatto in modo che il Sindaco ad assumesse atteggiamenti
e proposte che, in qualche occasione, si sono incontrate con le istanze avanzate
dalle forze di opposizione.
Tuttavia, questo quadro si è deteriorato velocemente ed al suo posto sta avanzando una
nuova configurazione della vicenda amministrativa che ha spostato indietro le lancette
del tempo. Infatti, AN, FI e UDC insieme con la Giunta comunale dopo aver presentato
il Bilancio di Previsione più magro della storia della città, mai un Bilancio comunale
nemmeno negli anni dell'austerity era stato così avaro di risorse ed investimenti,
continuano a rimandare la sua discussione e l'eventuale approvazione determinando
uno stato di incertezza e paralisi della amministrazione comunale.
Questa delicata fase politica ed economica gestita con il peggiore quadro politico
auspicabile, ovvero con le forze politiche della maggioranza paralizzate dalle vicende
relative alla candidatura alla Presidenza dell'Amministrazione provinciale che non
riescono ad approvare ed emendare la "Finanziaria" locale.
Mi chiedo se sia giusto che la città di Latina, che tanto ha dato alla Casa delle Libertà
in termini di consenso elettorale, debba pagare un prezzo così alto alle fratture
in essere tra AN, FI e UDC e se possa essere accettabile, sul politico ed etico, che
le vicende amministrative ed economiche di un comune e di una comunità vengano condizionate
negativamente dalle vicissitudini che attraversano una coalizione di partiti.
Questo fatto è gravissimo e sta generando diverse conseguenze, infatti, al di la del
giudizio di merito che si può esprimere circa il Bilancio 2004, è opportuno dire che
lo strumento andava approvato celermente per dare almeno una prospettiva certa alla vita
amministrativa.
Ed invece ci ritroviamo con un Comune amministrato in "dodicesimi", ovvero che può spendere
ogni mese non oltre 1/12 di quanto stanziato nel Bilancio di Previsione 2003. Appare
logico che se tutto ciò può sembrare giustificato dal punto di vista legislativo non è
detto che lo sia termini di opportunità politica.
Lo stato in cui versano degli uffici comunali è quello della paralisi, e questo non lo
diciamo per fare facili allarmismi. Non vi sono risorse, non vi è personale e, soprattutto,
è impossibile fare qualsiasi tipo di programmazione.
Le opere pubbliche sono ferme.
Latina non merita di essere trattata in questo modo, dopo che per un anno intero si è
celebrato in tutte le maniere possibili il suo "70esimo".
Appare quindi con chiarezza che la prima fase della vicenda politica di Zaccheo Sindaco
si è conclusa, ed era la fase del Sindaco di tutta la città.
Con il Bilancio 2004, si apre la seconda fase quella del Sindaco vittima della sua
coalizione, incapace di imporre le scelte, una fase che ricorda tanto la fine
fallimentare della stagione di Finestra e del primo centro-destra di cui oggi
paghiamo le conseguenze politiche ed economiche».
Mauro Cascio
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