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Latina. The Passion. Sull'opportunità di aprire un dibattito a livello locale. Una cronista chiede di scrivere una recensione. Botta e risposta /3
L'oggetto della mia perplessità non era né la violenza tout court, né l'opera troppo
commerciale. A me piace «Matrix», figurati. E vivo il mio amore per Fellini senza alcuna
contraddizione apparente. In discussione non c'è la necessità di far cassetta. Ma
la necessità di farla a tutti i costi. E qui dov'è il costo? Speculare (non in senso
metafisico), intanto su una fede. Che grazie al cielo (e mo ce vo') non è la mia. Io posso
trovare offensiva e riprorevole non la mercificazione in sé (sono favorevole pure alla
prostituzione su strada e quando torno da Marconi o dalla Colombo vado a dieci all'ora per
vedermele tutte e per bene) ma la mercificazione del sacro o, in una dimensione assiologica
(i filosofi chiamano assiologia ogni teoria dei valori), ogni mercificazione di qualsiasi valore.
Ti ricordo che ti parla un liberista. Uno che von Hayek se lo è letto davvero. Ma non tutto fa
mercato. Questo, ti ho premesso, non è un problema mio. Le anime semplici che sono attratte
da questo genere di credenze religiose sono anche attratte dal merchandising. Fa parte della
nostra cultura. Noi italiani siamo fondamentalmente pagani. Tutto il cattolicesimo costruito
a tavolino nei vari concili, ha sostanzialmente adattato usi, costumi, credenze, preesistenti
alla buona novella. E mica solo il culto dei santi. Anche il natale e la pasqua. Ma non è
questa la sede per approfondire questo discorso.
Ti ricordo però che quando alcune confessioni cristiane hanno sentito il bisogno di "tornare
alle origini" scoffessando di fatto le invenzioni conciliari della chiesa di Roma, una
delle prime cose a cadere fu proprio il culto delle icone, perché considerata roba da
idolatri. Ti ricordo che, già dall'anno mille, gli "ortodossi" cristiani mica sono i cattolici.
E cinquecento anni dopo critiche simili verranno anche dai protestanti. Quindi se i cattolici
trovano oggi normalissimo non solo "rappresentare" il sacro, ma persino "venderlo", il mondo
cristiano nella sua quasi totalità lo considera un "sacrilegio". E va detta anche una cosa,
che voi "cattolici" non ricordate quasi mai. Che non solo i cattolici non hanno il monopolio
della cristianità. Ma che via via stanno avendo un ruolo sempre più marginale. Certo, fin
quando per cristiani intendiamo i valdesi o gli evangelici, i cattolici hanno il loro peso.
Se invece parliamo delle altre confessioni, i protestanti (anglicani, luterali e calvinisti) ed
ortodossi cominciano i guai. Sì, perché come saprai le chiese ortodosse (che sono le più
antiche della cristianità), quelle sorte dopo la Riforma (protestanti e calvinisti) e gli
anglicani hanno dato vita a quel Consiglio Mondiale delle Chiese di cui la chiesa cattolica non
mi pare faccia parte. Tutto questo per dire: dall'alto di quale autorità la chiesa viene
oggi a parlarci di verità certe ed eterne? Scusa. Rivelate. Rivelate, le chiamate voi.
Il cristianesimo non è la religione più diffusa del pianeta (è la terza, ma con l'Islam che
incalza rischia di diventare la quarta) e la chiesa di Roma non ha né monopolio né centralità
nel cristianesimo (né continuità tradizionale, fondando la sua autorità non sugli scritti
cosiddetti sacri ma sulla dottrina dei Padri e sui concili...).
In un'ottica di globalizzazione il messaggio settario che ha voluto far passare Mel Gibson è
il seguente, rafforzandolo con tutta l'emotività tipica di un filmetto popolare immaginato
per gente semplice: gli ebrei e i romani hanno ammazzato Gesù di Nazareth. Ovvero:
gli ebrei ed i romani hanno ammazzato il Cristo fatto Uomo. Che è una verità di fede.
Mica una verità storica. Ed è tutta qui la vera violenza. Mica altrove. Perché alla fine
è questo che scuote. Ed è questo che è profondamente diseducativo. Innanzitutto per
gli stessi ebrei, accusati da secoli di "deicidio". Con conseguenze con ben conosci.
Ho quindi anche parlato di "inopportunità" politica di fare uscire un film del genere
in questo preciso momento storico fatto di tensioni, di irrazionalità e di impulsi emotivi.
Sono un liberale doc ma lo dico senza vergognarmi: io questo film non lo avrei mai mandato
in distribuzione. Ed avrei arrestato Mel Gibson. Perché offende le coscienze, non dico
dei laici, ma dei non cattolici, cioè la stragrande maggioranza delle persone di
questo pianeta.
Facciamo un esempio opposto. Supponi che per diverse circostanze storiche fosse stato
l'ebraismo la religione di stato dell'Impero. E bastava poco. Era sufficiente che il
senato romano a maggioranza ebraica accettasse la legittimità di Costantino senza
troppo rompere il cazzo (Costantino tra l'altro non solo non aveva la legittimità del
senato, ma era come sai un figlio di una mignotta: proprio in senso letterale) e questo
pover'uomo non si doveva inventare la stronzata della legittimità dal cielo. Quindi alla
fine gli ebrei la colpa storica ce l'hanno avuta sul serio. Continuiamo a fare
fantastoria: oggi non avremmo avuto il Vaticano, senza quella conversione. I cristiani
forse non si sarebbero nemmeno divisi e costituirebbero una minoranza che "crede" negli
insegnamenti del suo "Maestro". Ora, seguimi. Il testo sacro degli ebrei è la Torah.
Qualche volta capita di leggere che si tratta dell'antico testamento. È una stronzata.
Perché il vero cuore sacro è il solo Pentateuco. A volere fare una classifica di "santità",
gli altri libri vengono dopo. Al secondo posto viene forse il Talmud. E poi lo Zohar. Bene.
A volerla proprio caratterizzare in due righe, la loro religione non si fonda tanto sulla "fede" ma sull' "attesa", quindi è molto diversa
dal cattolicesimo. Loro da un punto di vista filologico non hanno "fede" in un messaggio.
Così come non hanno capi e non hanno una gerarchia. Il Rabbino consiglia, non impone.
Ed è il capo di una piccola comunità che si rivolge a lui perché è istruito. Non c'è un clero.
E non c'è una gerarchia, con un capo nazionale ed uno internazionale. Però continuiamo
a far finta di nulla per arrivare alla provocazione. Sì, perché nel Talmud c'è scritto
che il papà di Gesù fu un centurione romano che violentò Maria. Mica in un testo di
anticlericali di inizio secolo. Mica Giosuè Carducci. Mica Marco Pannella. No, il Talmud.
Tu mi dirai: "Ma è blasfemo". Sì, è vero. Lo è. Per te. In un loro testo, non "sacro" ma quasi,
invece c'è scritto così. E allora che si fa? Mi dirai: sì vabbe', vaffanculo: il Talmud è
una cosa, la verità storica è un'altra. Appunto. Dirai: è solo una verità a cui gli ebrei
credono per fede (ricordati che la fede è una forzatura dell'esempio). Appunto. Tu puoi
accettare che il tuo Gesù sia quasi un figlio di una mignotta? No. Per te è di una violenza
quasi inaccettabile.
Ma qualcuno ti dirà: ma noi siamo storicamente precisi.
Così che sia filologicamente corretta l'espressione "Gesù figlio di prostituta".
Viene infatti
chiamato così in Pesikta Rabbati 21 100b [xxi]. E mica è solo prostituta Maria.
Ma anche "parrucchiera delle donne" (Talmud Shabbat 104b [i], Sanhedrin 67 a [ii],
Hagigah 4b [iv], Tosafoth [v]).
Tu insisterai: ma una cosa sono le fonti talmudiche, altra la realtà storica. Sì.
Ma sei sfortunata. Almeno nell'esempio. Sì, perché se le credenze religiose sono frutto
di una cultura e questa volta non sei nella cultura dominante. E la maggioranza ebraica
fanatica che cosa fa? Pensa un po': un film. Popolare. Che culo c'hai. Come te lo chiama?
«Lo stupro». Di che si parla? Di un centurione romano che violenta Maria e della nascita di
Gesù. E mica fa nulla per ingentilirti il "messaggio". No, il pisellone del centurione te lo
fa pure vedere. Con tanto di tatuaggio in latino. Sventrapapere, c'è scritto nel sottotitolo.
Perché sappia di accuratezza storica. Ma tu diresti: ma porca puttana ma siete pazzi! Appunto.
Lo vedi che adesso mi segui? Se mi ci metti pure un po' di sana violenza tu come reagisci?
Che argomenti ti restano? Vediamo: sì, mi diresti: ma nelle università, nelle accademie,
negli ambienti colti si sa che il Talmud non racconta delle verità storicamente accertate.
Si sa che non c'è nessun riscontro di nessuno storico dell'epoca. Si sa che uno dei pochi
cenni esistenti (come Giuseppe Flavio per l'esistenza di Gesù) è quasi unanimamente
riconosciuto come un falso. Figurati poi se siamo in grado di ricostruire quanto fosse
grosso il pisello del violentatore, se fosse circonciso o meno. Certo che si sa che non è
"storia", rispondo io. E che senza "fatto storico" non ci può essere "giudizio" storico.
Ma la "massa" non lo sa affatto. I "semplici" sono "ignoranti". Sono attaccati a quanto
gli hanno raccontato da sempre. E questo film così violento non farà che confermare
le credenze. E la violenza psicologica sarà ancora più forte in te che vedi in un film la
vagina di quella che tu chiami Sacra Vergine, con tanto di maiuscole
(che poi voi cattolici l'avete fatta vergine da poco più di un secolo, ma questa
è un'altra storia).
Finiamo l'esempio analizzando il contesto in cui viviamo. Fin quando "Lo stupro" esce
in America, stato dichiaratamente laico e apertamente insofferente a qualsiasi settarismo,
di conseguenze possono anche non essercene. Anche la nostra vecchia Europa di questo
"ebraismo di potere" se ne sbatte bellamente i coglioni. Nessuno andrà davvero a rompere alle
minoranze cristiane, che venerano il figlio di un soldato credendolo il figlio di Dio.
Ma in altri paesi un po' meno laici e secolarizzati che cosa succede, Sara? Se un credo,
una fede, e questa volta la tua, viene umiliata, calpestata, derisa, in nome di una pretesa
"storia" che è solo "luogo comune" che succede?
Il buon senso cosa suggerisce? Che ogni "fede" non abbia la pretesa di salire su una
cattedra di storia per dare voti e pagelle alle altri "fedi" con i propri criteri di
valutazione, le proprie verità, la propria lettura della storia.
Lo stato laico che tanto piace a noi liberali non è uno stato ateo, non vuole buttare
fuori dall'aula le fedi religiose. Vuole solo evitare che una fede, qualsiasi essa sia,
stia in cattedra. Solo se tutte le fedi stanno buone e zitte al banco può nascere il dialogo.
Fondato sul rispetto. Fondato sull'arricchimento reciproco. Senza rivelazioni e verità assolute.
In attesa della campanella
della ricreazione, non della sirena delle bombe. "Siamo tutti fratelli", insegnava la
Massoneria già quattro secoli fa aprendo la "sacralità" della loggia a "muratori" di
ogni fede. Uno scandalo che sconvolse Roma che scomunicò questo pericoloso "relativismo"
in cui il "credente" sporcava, a contatto con altre religioni, "la purezza della sua anima"
(purtroppo per te cito la motivazione della scomunica alla Massoneria). Il massone
John Locke scriveva la sua «Lettera sulla Tolleranza». Il massone Voltaire si inventava
quello che più tardi si chiamerà deismo o religione naturale. L'incontro delle genti.
È la cultura che divide quello che la natura ha fatto uguale. Mi perdonerai. Fagli
una telefonata a Mel Gibson e digli che non se la prendesse. Chiamateli relativisti,
deisti, naturalisti, massoni. Chiamateli come ti pare. Ma io sto con loro.
Mauro Cascio
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