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Latina. La cultura del libro. Melania Mazzucco: «Chi non legge è un anello debole della società, oltre ad essere povero interiormente...»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Melania Mazzucco, ospite dell'Assessorato al Valore Cultura del Comune di Latina per i consueti appuntamenti a margine del Premio per la Saggistica. In «Vita», il romanzo con cui hai vinto il Premio Strega, parli di un tema delicato, quale quello dell'immigrazione. Da dove è nata questa decisione? «Era la storia che sentivo raccontare in famiglia, da mio padre, da mio nonno. Una storia di un secolo fa, ma che stava accadendo ancora. Una realtà viva, con tutta l'esperienza dello straniamento, dell'alienazione, del dolore. E della speranza di un mondo migliore». Ed ora «Vita» sta per diventare un film, per la regia di Paolo Virzì... «È come quando fai un figlio e il figlio cresce e va per la sua strada. Sarà, spero, altrettanto fortunato. Spero che emozioni, commuova, come ha fatto il libro». Hai incontrato a Latina gli studenti pontini. E raccontavi di un ragazzo che ti ha detto: "Sì, ma io che me ne faccio della lettura se devo fare il cameriere?". Cosa rispondi a questi ragazzi che non hanno un rapporto con la letteratura? «Chi fa un istituto tecnico o professionale è sicuramente svantaggiato. Soprattutto se non ha una famiglia dietro che lo ha abituato alla lettura. Una volta che comincia è salvo dal grigiore. Perché leggere vuol dire pensare. Ed evitare essere deboli nella società, oltre che poveri interiormente». Un consiglio per chi volesse cominciare a scrivere? «Leggere. E poi di avere accanto qualcuno che lo aiuti a tirar fuori il suo talento. E poi tantissimo rigore».

Andrea Apruzzese

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