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Latina. Europee. Fabio Rampelli: «In politica estera il governo italiano sta per la prima volta riscuotendo successi. E in Iraq sta andando bene»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Fabio Rampelli, candidato alle Europee per Alleanza
Nazionale. Quali sono gli elementi fondanti del suo programma e quindi per quale
motivo dovrebbe essere eletto? «Innanzitutto per andare a prendere i nostri soldi.
Per destinarli ad iniziative sociali, infrastrutture, grandi opere. Noi in questo
siamo in ritardo. Vediamo i cantieri aperti in Irlanda. La Spagna ha rivoluzionato
due grandi città come Barcellona e Siviglia. Tutto ciò che si potrebbe fare nel
sud d'Italia. Questa è una ragione importante e concreta». Questo si chiama
pragmatismo... «Sì, ma c'è un altro aspetto. Dotare la nostra nazione di una politica
estera efficace. L'Italia non ha materie prime, non ha risorse. Ci siamo sempre
distinti per genio e creatività. E abbiamo bisogno di mercati. Anche per esportare
il nostro prodotto in termini identitari e culturali». Qual è la posizione in merito
all'impegno italiano in Iraq... «Abbiamo preso quota. Se fino a ieri eravamo inesistenti
sul piano internazionale, oggi abbiamo preso Putin, lo abbiamo avvicinato all'Unione
Europea e al Patto Atlantico, lo abbiamo fatto confrontare con Bush. Una medaglia
importante per il governo italiano. Sull'Iraq oggi paghiamo la nostra debolezza
diplomatica, una arretratezza che abbiamo sempre più colpevolmente accumulato negli
scorsi decenni. Se l'Europa dovesse crescere come ci auguriamo, queste crisi potrebbero
essere risolte con minor impatto e maggiore concretezza. Gli Stati Uniti si stanno
impegnando in questa grande operazione di democrazia e di umanità. Ma facciamo
attenzione. Perché forse servirebbero alleati un po' meno servili. L'America ha
tutto quello che serve, incluso armi e soldi, per difendere la Pace e la Democrazia, ma
non ha la storia millenaria dell'Europa».
Elisabetta Rizzo
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