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Latina. Pacifinti e terrorismo. Giorgio Prinzi: «I Telebani della pace rischiano di essere gli "utili idioti". Ma sono davvero in buona fede?»

Giorgio Prinzi, Direttore del Centro di Studi per la Pace nel Progresso “Global Security”, torna ad esprimere “cauto pessimismo” sulla vicenda degli ostaggi italiani in mano islamica, gestita con incomparabile regia sin dal suo “annunzio ufficiale”, avvenuto con la “patacca” ad un giornalista inglese, sulla quale alcuni esponenti dell’Opposizione avevano persino chiesto pubblicamente che il Governo venisse a riferire in Parlamento. «Metto in guardia i cosiddetti pacifisti ed antimperialisti nostrani – avverte il direttore di “Global Security” – dall’esporsi sino mettere a repentaglio la loro incolumità e, sempre che a loro interessi qualcosa, la tenuta dell’Italia come comunità nazionale, invocando la quale, con un estremo atto di dignità e di orgoglio, Fabrizio Quattrocchi è eroicamente caduto». «Il gruppo di ostaggi italiani catturati dai “brigatisti verdi” nella ricorrenza “crociata” della Pasqua cristiana si è rilevato non politicamente corretto, nel senso che non si è dimostrato idoneo a scatenare l’attivismo della piazza destabilizzante, come avvenuto in Spagna dopo gli attentati (attentato plurimo) dell’11 marzo. Questo offriva allora il “mercato”, in quanto in zona a rischio non c’erano catturandi “politicamente corretti”, atti a mobilitare in massa quanti vedono nella nostra civilizzazione un pericolo maggiore del terrorismo di matrice islamica».
«Certamente l’interlocutore dei nostri “talebani della pace” è in perfetta buona fede – puntualizza l’analista di scenari Giorgio Prinzi – dal momento che in Iraq, nel contesto di un contrasto violento alla presenza stabilizzante straniera, è in atto un conflitto intestino per il controllo del Paese, dopo la transizione dei poteri ad un governo che si prospetta non gradito ai “tagliagole” che ambiscono al potere. Attenzione, la buona fede dell’interlocutore può rilevarsi più pericolosa di una sua eventuale ipotetica malafede, perché esso sarebbe un inconsapevole strumento utilizzato da chi è in cerca di ostaggi confacenti al presunto disegno di destabilizzazione dell’Italia». «Se quest’analisi è corretta – conclude il Direttore di “Global Security” – la nuova ulteriore richiesta di un’intercessione del Governo italiano per ottenere la liberazione di individui in mano terza sarebbe solo dilatoria. In caso di cattura di ostaggi ritenuti idonei, quali tre notabili del pacifismo ed antimperialismo italiani, gli attuali verrebbero, con elevata probabilità, eliminati, tanto per dare un segnale forte e chiaro, mentre il gioco riprenderebbe dall’inizio con i nuovi ostaggi “politicamente corretti”, forse solo erroneamente ritenuti tali. Anche le “raffinate” menti del terrorismo internazionale possono sbagliare».

Elisabetta Rizzo


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