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Torino. Fiera del Libro. Barbara Bonanni: «Cosa c'è di più comico delle giustificazioni degli automobilisti per le loro infrazioni?»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Barbara Bonanni, la "poliziotta" che dopo il libro
sugli automobilisti ha presentat quest'anno alla Fiera del Libro di Torino la sua
ultima fatica, dedicata agli scooteristi, perfettamente in sintonia col tema
del prestigioso appuntamento culturale: l'umorismo.
"Sono passato col rosso, è vero, ma era quasi verde o al massimo tendente al giallo!",
"Non ho il casco in testa? Accidenti non me n’ero accorto!", "Lo so che mi ha visto col
cellulare in mano mentre ero alla guida, ma le giuro che non stavo parlando: ascoltavo e
basta!", "Andavo troppo veloce, ma mi scappava la cacca!". Ne ha sentite di tutti i colori
Barbara Bonanni nei suoi undici anni di lavoro come vicesovrintendente alla Polizia stradale
di Pisa. Le scuse inventate in extremis dagli automobilisti colti in flagrante mentre
commettono infrazioni sono talmente tante e stravaganti che ci si potrebbe scrivere un libro.
E lei l’ha fatto. L’esilarante raccolta di giustificazioni accampate goffamente per scampare
alla multa s’intitola "Lo scusario", è edito dalla Ets e disegna un ritratto sarcastico
ma quantomai veritiero dell’italiano al volante. L’autrice, un’ironica poliziotta di
33 anni con l’hobby della scrittura, ha così regalato al pubblico grazie ai suoi
tanti anni di pattuglie un assaggio della fantasia dell’automobilista tipo.
«Quando i guidatori mi dicono certe cose ci rido su», dice divertita, «di scuse ne ho sentite
davvero tante, alcune davvero strampalate. Non mi stupisco più di niente».
Non c’è dubbio; alcune gag riportate nel testo sarebbero davvero da cabaret. C’è la signora
che dichiara di correre oltre il limite di velocità per non far scongelare la spesa,
chi non allaccia la cintura spiegando che l’auto non è sua dunque non sa come funzioni,
chi non rispetta i cartelli stradali ed azzarda: "Sa, non sono del posto". C’è il ragazzo
che adduce la scusa di un matrimonio imminente (il proprio) o l’uomo dall’aria strafottente
convinto di non essere affatto in torto nell’andare ad alta velocità: "Non è colpa mia,
la multa dovete farla a quell’imbranato lento che ho sorpassato!". E oltre agli spiritosi
che la buttano sul ridere dicendo: "Sa, noi italiani siamo fatti così", c’è perfino chi
dichiara candidamente: "Sono passato col rosso perché non ho visto che mi eravate dietro!".
Ma nei divertenti volumetti della Bonanni si trovano anche pagine serie: consigli per la
guida sicura, informazioni dettagliate sulla patente a punti, spiegazioni delle
nuove norme del codice della strada. Il ricavato delle vendite ha un risvolto benefico:
raccogliere fondi per costruire un rifugio destinato ai cani abbandonati.
«Noi della Stradale troviamo moltissimi animali abbandonati. Se riuscirò a guadagnare
qualcosa contribuirò alla creazione di un centro per tutti quelli che vengono
lasciati sulle vie urbane ed extraurbane da padroni senza cuore. I miei colleghi e
io abbiamo le case piene di animali che non ci sentiamo di lasciare al loro destino.
Ma più di tanto non possiamo fare». Aiutare gli amici a quattro zampe non è l’unico
obiettivo della scrittrice. Barbara Bonanni attraverso i suoi scritti vuole anche far
riflettere. «Gli italiani dichiarano di volere una polizia più efficiente, ma poi sono
in pochi ad accettare le nostre contestazioni». L’autrice cerca inoltre di sensibilizzare
il pubblico all’importanza della guida sicura attraverso un altro suo libro, di tutt’altro
tampo. Un lavoro realizzato per la stessa casa editrice pisana che uscirà in libreria a
febbraio e che racconta dieci tragici incidenti mortali avvenuti realmente sulle strade.
In cantiere c’è anche un ulteriore testo. Un volumetto tragicomico in cui l’autrice rispolvera
diversi bizzarri episodi capitati nei tanti anni di servizio in polizia, come quello
in cui la pattuglia ha impiegato un’intera mattinata nel tentativo di dividere due
cani che si stavano accoppiando sull’Aurelia. «Ho sempre avuto la passione per la scrittura
ma fino ad ora non avevo mai avuto l’occasione di pubblicare i miei lavori. Poi, quasi
per gioco, un giorno li ho fatti leggere a un’editrice. Lei ha creduto in me».
Dopo averlo sfogliato, impossibile non domandarsi: ma queste giustificazioni qualche
volta funzionano? «Mai. Anzi, quando il guidatore imbroglia le carte in tavola anche
di fronte all’evidenza il verbale lo faccio di sicuro».
Glauco Di Mambro
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