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Gaeta. Il velo di Maya. Mirko Bettozzi: «Un romanzo per parlare anche di Nietzsche e di Van Gogh. E della crisi dei valori in Occidente»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Mirko Bettozzi, autore di "Il velo di Maya". È un’ opera giovanile ma che si può definire senza problemi sinestetica: dentro ci trovi arte, filosofia, psicologia, accenni sociologici. Racconta la storia di un ragazzo che studia psicologia. Lo fa per passione, mentre il ricco ed affermato padre chirurgo, arrivista e cinico, lo ostacola in tutti i modi. Il protagonista entra nel mondo dell’infermità mentale; conosce un “matto”, che si rivelerà stranamente normale… Mirko ha messo sulla copertina del libro un dipinto fatto da lui che rappresenta Nietzsche, con tecnica palesemente vangoghiana. Il filosofo tedesco (troverete tra le pagine diversi riferimenti) parla di oltre uomo, e lo scrittore sottolinea più volte come l’eccessiva strumentalizzazione che ne fecero il nazismo e la sorella, finì per tarpare le ali al genio. Perché di questo si tratta: un uomo cosciente dell’inadeguatezza di sistemi o schemi concettuali nella filosofia, una mente che aveva parlato della morte di Dio e del cristianesimo (la più grande disgrazia dell'umanità) ma che in pochi hanno capito. In quanto menti pensanti abbiamo tutti il diritto e il dovere di non accettare il mondo che ci viene imposto. Forse, ipotizza il neo scrittore nelle pagine di monologo del suo scritto, dovremmo non essere passivi davanti ai modelli imperanti, convenzionali.

Glauco Di Mambro

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