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Roma. Il Gran Maestro della Resistenza. Santi Fedele: ĢIl Fascismo vide nella Massoneria un'alteritā forte. Nemica di ogni disegno autoritarioģ

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Santi Fedele, ordinario di Storia Contemporanea presso l'Universitā di Messina. L'occasione della pubblicazione del saggio dedicato a Domizio Torrigiani, č l'occasione per parlare dei rapporti tra Fascismo e Massoneria e della legge Mussolini del 1926 che sciolse l'Obbedienza di Palazzo Giustiniani, dopo violenze e devastazioni nelle principali logge italiane. ĢIl Fascismo si rende conto che la Massoneria rappresenta un'alteritā forte, qualcosa di radicalmente incompatibile con un disegno prima autoritario e poi totalitario della societā italiana. Ma c'č anche l'altro versante. Da parte del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani c'č la progressiva presa di coscienza dell'incompatibilitā tra Fascismo e le idealitā cosmopolite, democratiche della grande tradizione dell'Illuminismo e della Rivoluzione Franceseģ. E in questo quadro come si inserisce la figura di Domizio Torrigiani, che fu Gran Maestro proprio in questo periodo... ĢEra una situazione estremamente complessa che si viene a collocare in una fase cruciale. L'ascesa di Torrigiani coincide con gli anni dell'esplosione del fascismo nella realtā italiana, con tutti gli imbarazzi che ne derivarono per la classe dirigente italiana, compresi i vertici della Massoneria giustinianea. Ci fu, purtroppo, l'incapacitā di percepire la poliedricitā di un fenomeno che stava esplodendo per la prima volta in Europa e nel Mondoģ.

Andrea Apruzzese

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