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Latina. I Martiri de' Noantri. L’equazione dei "pacifinti" incappucciati: Saddam e Bush pari sono. Cronaca di una manifestazione da dimenticare
I “disobbedienti” si sono presentati a
una conferenza stampa col volto coperto
da cappucci neri “come i torturati
di Abu Ghraib” e hanno snocciolato
la solita litania di contumelie ispirate
alla tesi che l’America di George Bush
è eguale (o peggiore) dell’Iraq di Saddam
Hussein, contro il quale, peraltro,
nessun “pacifista” ha mai manifestato.
Così conciati annunciano una serie di
iniziative illegali, dai blocchi stradali a
sorpresa al blocco della sfilata delle
forze armate nel giorno della festa della
Repubblica. Soprattutto vogliono segnare
l’anniversario della liberazione
di Roma da parte delle forze angloamericane
con una condanna “morale”
dei liberatori di allora. Nel 1944 a Roma
i torturatori c’erano – seviziatori
della Gestapo e delle brigate nere – e
furono cacciati o catturati dagli Alleati.
La sceneggiata dei disobbedienti capovolge
la storia e la morale, e li fa apparire,
davvero, controfigure dei torturatori.
Altro che torturati.
Se questo è l’annuncio, si può ben
capire dove andranno a parare le iniziative
annunciate. Manifestare col volto
coperto è illegale, bloccare il traffico
al di fuori di cortei autorizzati è illegale,
bruciare bandiere è disgustoso. Il
sindaco di Roma, Walter Veltroni, si limita
a contare sulla “flessibilità” delle
forze dell’ordine. Che cosa vuol dire?
Che se i disobbedienti e i loro compari
violeranno le leggi, provocheranno incidenti
a catena, come hanno promesso,
bisognerà lasciarli fare indisturbati,
altrimenti la responsabilità sarà del
ministro dell’Interno che non è stato
abbastanza “flessibile”? Si dice che i
dirigenti della sinistra riformista siano
anch’essi preoccupati per il rischio di
degenerazione delle proteste. Perché
considerano indecente celebrare la liberazione
scagliandosi contro i liberatori?
No, soltanto perché temono che la
conseguenza sia un boomerang elettorale
per loro. Il fatto è che nell’equiparazione
fangosa tra la violenza sistematica
dei regimi dittatoriali e gli episodi
illegali di crudeltà e di tortura nelle
prigioni irachene, hanno sguazzato anche
loro. Come i disobbedienti.
Mauro Cascio
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