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Latina. Emozioni in musica. Enrico Ruggeri: «L'importante per un artista è sapersi guardare intorno e cogliere gli aspetti poetici della vita»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Enrico Ruggeri. Un protagonista della musica leggera. Che poi così leggera alla fine non è, considerato il "peso" e l'impegno di tanti tuoi pezzi... «Vi ringrazio per il complimento. Io mi limito a metterci dell'attenzione in più. Per me i testi sono importanti. Spesso invece sono solo dei fonemi con cui portare avanti la musica. E invece è un'occasione che va sfruttata». Molte cantanti interpretano le tue canzoni. Mina, Morandi, Loredana Bertè... «Ed ovviamente è un piacere. La vita è fatta di incontri. Ed è bello vedere le proprie emozioni filtrate da un'altrui sensibilità. Perché poi un altro artista finisce inesorabilmente per aggiungerci qualcosa di suo, no?». Come un testo teatrale ed un attore... «Certo, in una canzone è importante anche l'interpretazione». Tu hai avuto anche il coraggio di portare a Sanremo, per molti terra di canzoni leggere e disimpegno, un brano importante... «Sanremo ha la pretesa di essere o diventare quello che per esempio è Cannes per il Cinema. Se io vado a Cannes, vedo film divertenti ma anche film d'impegno. Quindi non vedo perché a Sanremo accanto alle canzoni allegre, perché abbiamo bisogno anche di quelle, non si debbano proporre delle cose diverse, delle riflessioni, se vogliamo. Sanremo è un palcoscenico importante». Si parla di scuola genovese. Tu, Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Umberto Bindi, Luigi Tenco. È corretta questa definizione? «Noi siamo cittadini del mondo. L'importante è sapersi guardare intorno e cogliere gli aspetti poetici della vita». Progetti? «Sto facendo un tour, dopo l'uscita di due album, uno cantautorale, ed uno "punk"». Noi ti ricordiamo in effetti agli esordi, con i Decibel, con i capelli, biondo e con un brano bellissimo, "Contessa". Ma era vero che era dedicato a Renato Zero? «No, non era vero. Ma non facemmo nulla per smentirlo perché ci faceva piacere che se ne parlasse». Un po' di pettegolezzo. Questo tuo sodalizio sentimentale ed artistico con Andrea Mirò... «Qui ci sono due scuole di pensiero. Quelli che dicono che affinché una coppia funzioni si deve vedere il meno possibile e che faccia due mestieri diversi. Io credo sia importanti avere interessi in comune. Noi abbiamo cominciato a collaborare ed il resto è venuto anni dopo. Io credo che lei sia il talento musicale più naturale che conosca: suona il violino, la chitarra, le tastiere, dirige l'orchestra, arrangia, canta. Dal punto di vista professionale è davvero il massimo. E l'amore è nato dalla stima». È la cosa più bella, vero? «Credo di sì».

Claudio Ruggiero

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