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Roma. Bush day. La capitale si scoprì americana. «Il 4 giugno sostituisca il 25 aprile». Il flop dei "pacifinti": in piazza sono solo 6000
Da Latina partono in dieci. A piazza Venezia, da tutta Italia,
sono sì e no 6000 (dati Questura). Un flop così alla vigilia
se lo aspettavano in pochi.
«Sulle manifestazioni contro la visita di Bush in Italia c'è da parte nostra
una divergenza di metodo e una grande distanza politica». Questo il commento di
Emma Bonino, candidata al Parlamento europeo, da Taranto, dove insieme a Marco Pannella e
ad altri dirigenti del partito radicale ha partecipato al congresso nazionale del Cecos
(Centri studio ovociti e sperma umani), che si occupa della legge sulla procreazione
assistita. La parlamentare europea radicale invita a riflettere «sulle modalità del
diritto di manifestare»: «Non si può accettare il blocco della città di Roma - ha spiegato -
noi non contestiamo i contestatori perché siamo abituati a proporre. Avrei sperato
piuttosto in un confronto nel nostro Paese che però temo non ci sarà e sono piuttosto
preoccupata di come tutto questo verrà ripreso da Al Jazeera. Credo che la cosa migliore
che si potesse fare era che ognuno rimanesse alle proprie attività».
In serata i radicali sono stati al Freedom Day di piazza Navona, la manifestazione
organizzata dal quotidiano L'Opinione. «Ogni volta che i presidenti americani si affacciano
in Europa e dalle nostre parti - spiega Marco Pannella - si tira fuori il diritto a
manifestare». Dal convegno Pannella ha duramente attaccato la politica italiana, che
è stata «inchiodata a uno schifoso razzismo», e l'opposizione: «L'altro volto
del nazismo - ha sostenuto - è il perbenismo della sinistra». «Nessuno - ha spiegato -
manifesta per il genocidio in Sudan, frutto di lotte interne all'Islam. È una caratteristica
insita nel pacifismo europeo. Mai nessuno ha manifestato contro le persecuzioni di Pol
Pot in Cambogia, contro Saddam che gassificava gli oppositori, mai un Ds, un comunista è
intervenuto.
In Italia si punta a trovare l'antagonista, si sceglie o il potere o Bertinotti».
Mauro Cascio
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