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Latina. Elezioni. Gianfranco Baldi (Fiamma Tricolore): «L'economia non può stare al di sopra della politica. È un suo strumento e niente più»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Gianfranco Baldi, candidato alla presidenza della Provincia per il Movimento Sociale - Fiamma Tricolore. Perché questa candidatura? «Noi vogliamo porci in alternativa ai due poli che sempre più ci sembrano due facce della stessa medaglia, senza grosse differenze sostanziali. Sono schieramenti inseriti in un contesto liberale e capitalistico che noi non vediamo di buon'occhio, se non con grosse modifiche». A livello locale sono tanti i temi sul tappeto. Si è parlato molto e si parla del problema della mancanza di infrastrutture. Il Corriodio Tirrenico è visto un po' come la Panacea per tutti i mali. Voi come la pensate? «L'altro giorno in un dibattito io dissi che l'ultima versione di questo progetto è un po' meno peggiore della prima. Ma non è la soluzione, per noi. Il problema esiste ma va affrontato in maniera del tutto diversa. Se guardiamo la nostra conformazione geografica vediamo che con dei trafori semplicissimi arriviamo subito alla rete autostradale. Ci sembra un progetto realizzabile, dai costi contenuti. La Provincia che ha come competenza primaria la viabilità la deve curare e gestire in maniera corretta. Oggi le strade sono dissestate, con poca segnaletica. Ci vuole sistematicità ed organicità. Non si può attendere il dissesto per tabellarla con limiti di velocità». Un altro tema caldo è la gestione dei rifiuti. Si fa un gran parlare del Termovalorizzatore... «Non ha senso parlarne. Il problema è la raccolta differenziata. E qui siamo all'anno zero. Siamo al 5% e dovremmo arrivare al 35%. Vogliamo costruire un secondo piano senza aver costruito un piano terra». Lei ritieni si debba fare maggiore cultura sulla raccolta differenziata? «Bisogna partire da lì. La gente magari non è nemmeno informata adeguatamente per come gestire questo settore così delicato. Guardate questo squilibrio del mondo: la maggior parte dell'umanità vive nel sottosviluppo, noi non sappiamo come smaltire l'abbondanza, lo spreco che la società produce». Occupazione, che fare? «La priorità per noi è relativa all'attività produttiva e delle imprese con un potenziamento dello Sportello Unico. C'è bisogno di professionalità e di intelligenza. E c'è un ginepraio di disposizioni, norme e regolamenti. Lo sviluppo crea occupazione. E poi non ci dimentichiamo la formazione». E in più abbiamo il Turismo... «Noi siamo per la valorizzazione dei Lepini, un paesaggio ricco e variegato che è un peccato non valorizzare. Il problema grosso della nostra costa è l'erosione. Una questione da risolvere in sinergia con gli altri enti locali». Una battuta finale. Abbiamo aperto sottolineando la vostra diversità. Una questione di tradizione? «Noi siamo la continuazione del Msi e continuiamo il nostro impegno con la nostra visione del mondo e della vita. Abbiamo detto per anni che il comunismo era un pericolo per l'occidente. Siamo stati in prima linea e questa posizione ci ha causato anche tanti problemi. Oggi il comunismo come fattore oppressivo non esiste più, sostanzialmente. Non c'è più un pericolo internazionale. L'anticomunismo non ha senso. E così riversiamo la nostra attenzione sul liberalcapitalismo. L'economia non può stare al di sopra della politica. È solo un suo strumento. L'uomo è al centro dell'attenzione. Non l'homo economicus ma un uomo che è storia, tradizione, cultura, sentimenti. L'attuale sistema ci desta qualche perplessità e facciamo di tutto per migliorarlo».

Andrea Apruzzese

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