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Latina. Verdi Verdi fuori dalla competizione. Laura Scalabrini: «È una "vendetta" politica, non è solo una questione meramente giuridica»

«A Napoli, mentre la città muore soffocata dai rifiuti, dai trasporti impossibili, dagli immigrati lasciati come rifiuti umani nelle discariche a cielo aperto grazie ad una vergognosa politica ambientale praticata da un assessore verde, un collegio di magistrati dovrà decidere se un altro gruppo politico presente già nel 1999 alle elezioni provinciali di Napoli, ha diritto oppure no ad essere presente alla tornata elettorale provinciale». Osserva Laura Scalabrini: «Vogliamo ricordare ai magistrati che il nostro simbolo è già presente alla competizione europea grazie all’applicazione di una sentenza del Consiglio di Stato predisposta e firmata dal Presidente del collegio giudicante Dott. Iannotta in data 26 maggio 2004. Oggi lo stesso Iannotta sospende provvisoriamente lo stesso simbolo modificato e ritenuto non confondibile dal Ministero degli Interni. È evidente che il problema non è giuridico ma politico e che noi stiamo subendo le conseguenze di un conflitto di attribuzione di competenze che riguarda diversi gradi istituzionali. Vogliamo ricordare che la lista dei Verdi Verdi è già presente alle europee dove al limite, potrebbe essere maggiore la confondibilità. Infatti alle provinciali i due simboli, anche se fossero confondibili saranno posizionate in schieramenti opposti e la diligenza media del cittadino votante sarà sufficiente per garantire l’interpretazione della sua volontà. Vogliamo ricordare che nel 1989 l’allora deputato radicale Rutelli, presentò, senza raccogliere le firme e senza alcun simbolo amico come prevede la legge, la lista Europea dei Verdi Arcobaleno e che nessun magistrato intervenne per sindacare se Rutelli era Verde oppure no e per escluderlo dalla competizione elettorale, nonostante una denuncia dei Verdi del sole che ride. Due pesi e due misure non aiutano a fare chiarezza e giustizia. Inoltre, per la teoria del bilanciamento dei diritti, al diritto commerciale della tutela di un marchio si contrappone con maggior peso il diritto costituzionalmente garantito dall’art. 18 di potersi presentarsi alle competizioni elettorali».

Andrea Apruzzese


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