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Cisterna. Elezioni. Valentino Mantini: «È necessario che i cittadini abbiano contezza delle decisioni che vengono prese da chi governa»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Valentino Mantini.
Cinquantadue anni, sposato con due figli, Mantini è candidato alla carica di Sindaco di
Cisterna di Latina per le liste "Amo Cisterna", "Cattolici Socialisti Democratici Ecologisti",
"Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea", "Verdi per la Pace",
"Socialisti Democratici Italiani", "Repubblicani Europei". Mantini, nato a Roma, ma
residente da sempre a Cisterna di Latina, è stato più volte consigliere comunale ed
assessore nell'ambito dei Servizi Sociali, della Cultura e del Turismo. Fortemente
impegnato nel sociale, fornisce supporto ad associazioni di volontariato e gruppi che
sostengono i soggetti deboli. Analogamente, è Dirigente della Regione Lazio nell'Area Tutela
Soggetti Deboli e responsabile scientifico per progetti sperimentali riguardanti l'attività
sociale e sanitaria finanziati dal Ministero della Sanità.
Lei ha già una carriera politica alle spalle, è stato più volte consigliere comunale,
assessore, ed è fortemente impegnato in attività sociali. Come nasce questa candidatura
a sindaco?
«È voluta da un gruppo di persone, dai partiti che ho citato, da associazioni che hanno
deciso di proporre un programma che è stato poi presentato alla città ed è quello che noi
(siamo una coalizione) intendiamo proporre per gestire la Cisterna del futuro».
A proposito del programma, lei parla per prima cosa di cambiare il metodo di fare politica
e propone informazione e condivisione per far partecipare quanto più possibile i cittadini
alle decisioni che riguardano il loro territorio...
«Esatto, prima ancora di fare l'elenco delle questioni che dovranno essere affrontate e
dei progetti che dovranno essere approntati, bisogna affrontare una questione di metodo.
Per decidere quale Cisterna bisogna avere per il futuro, quale Cisterna amare domani, è
necessario condividere con i cittadini le scelte del domani. È necessario che i cittadini
abbiano contezza delle decisioni che vengono prese: esistono degli strumenti, dei quali
alcuni ci sono già e sono esplicitati, altri invece sono da realizzare. La prima questione
è l'istruttoria pubblica: il Corso della Repubblica, il termoinceneritore, non avrebbero
avuto un così enorme dissenso se prima i cittadini fossero stati informati su cosa si
voleva realizzare, su quali erano le procedure, su quali erano i progetti. La seconda
questione è che va affrontato il bilancio partecipativo: i cittadini possono partecipare
alla realizzazione di un bilancio, attraverso assemblee pubbliche in ogni circoscrizione
e in ogni quartiere. È uno strumento che già viene utilizzato dal Comune di Roma
attraverso assemblee in cui possono partecipare cittadini dai quattordici anni in su.
Per ultimo, ci vuole una struttura a supporto di questi strumenti, l'Ufficio Relazioni con
il Pubblico, per comunicare con i cittadini, per far comprendere loro anche le decisioni
del Consiglio Comunale».
Passiamo ora agli incentivi per l'occupazione e al sostegno alle imprese, in particolare
a quelle impegnate nel settore dei prodotti tipici, i veri tesori del territorio comunale
di Cisterna, come la produzione del kiwi. Quali le vostre proposte?
«Proprio la valorizzazione di questi tesori, in particolare da un punto di vista archeologico
e storico, è la vera alternativa alla crisi occupazionale. Abbiamo l'oasi di Ninfa, il
sito Tres Tabernae, la via Appia, il Palazzo Caetani. Strutture e strumenti che, se
messi in rete e valorizzati, possono dare non solo dignità e richiamo a Cisterna, ma
anche occupazione. Come arrivarci? Esistono fondi europei che possono essere investiti
per realizzare il ripristino di questi siti, all'interno dei quali abbiamo previsto un museo
storico, un ostello, una struttura universitaria. Credo che la diffusione di queste
strutture possa dare non solo ricchezza culturale ma anche ricchezza occupazionale a
questa città».
Per quanto riguarda le politiche di sostegno alle fasce con reddito disagiato, lei ha
parlato di una rimodulazione dell'ICI, che a Cisterna è al 6,5. In caso di elezione,
quali politiche intende assumere nei confronti di queste classi?
«È uno dei primi obiettivi che abbiamo. Per potere fare questo, e per ridurre la tassazione,
è assolutamente necessario ridurre le spese: pensiamo alle convenzioni - molte delle
quali inutili - attivate dal Comune, nonché l'abbassamento delle spese legali. Molti
conflitti si sarebbero potuti evitare, come il termoinceneritore ed il contenzioso che ne
è derivato. Spese che si sarebbero evitate con il metodo che noi proponiamo, la
partecipazione e la condivisione delle scelte».
Lei ha fatto riferimento al termoinceneritore. Il tema dello smaltimento dei rifiuti è
molto caldo in Provincia di Latina. L'Ente è addirittura commissariato in questo ambito.
Quali sono le politiche che proponete?
«La raccolta differenziata dei rifiuti è prevista dalla legge, ma questo non è sufficiente,
una legge non può determinare le azioni dei cittadini. Per realizzare bene una raccolta
differenziata, che è l'unica soluzione per uno sviluppo equo e per una riduzione della
tassazione attuale sui rifiuti, è necessario che ci sia l'informazione e la formazione
dei cittadini. Ma una raccolta differenziata che possa tenere conto di un progetto che
preveda la riduzione della tassa sui rifiuti, presuppone che i cittadini si abituino e
partecipino alla raccolta differenziata. Il Comune deve fare molto: deve incentivare
la raccolta, deve formare i cittadini all'utilizzo diverso e deve fornire gli strumenti
per differenziare i rifiuti. Lo si fa in altre città, lo possiamo fare anche noi, e ci
sono molti nostri candidati, a partire da operatori del WWF, che stanno ottenendo grossi
risultati in ambito provinciale e speriamo possa avvenire anche a Cisterna».
Una battuta finale: in cosa lei si differenzia dagli altri candidati e perché gli elettori
dovrebbero votare proprio lei?
«Per prima cosa, lascerò il mio lavoro se sarò eletto, perché credo che bisogna fare
il sindaco a tempo pieno, dedicandosi alla città dalla mattina alla sera. Seconda
questione: io ho speso 15.000 €uro per la campagna elettorale, mentre altri candidati
hanno speso cifre più elevate: diffidate di chi spende molti soldi, perché una campagna
elettorale va fatta parlando con la gente, e non spendendo cifre inusitate. Terzo,
non abbiamo imbrattato la città, perché imbrattare la città significa non rispettarla:
diffidate di chi non la rispetta».
Andrea Apruzzese
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