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Latina. Esplode la rabbia dei Verdi. Angelo Bonelli: «Quelli di Storace sono battute da bar. Come si dice? Si consoli con l'aglietto»
«Soltanto la rabbia, la paura e il livore possono aver determinato le battutacce di
Storace a proposito dei Verdi e della battaglia contro il Corridoio Tirrenico Meridionale,
battutacce da stadio che non sono degne di un presidente regionale». Così Angelo Bonelli,
Capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio, risponde al presidente Storace.
«A differenza di Storace - continua Bonelli - i Verdi non hanno masi messo in
relazione le elezioni con la questione del Corridoio Tirrenico, una battaglia a favore
dell’ambiente e dell’agricoltura che è nata molto prima delle elezioni e che proseguirà
dopo sempre con più convinzione. Ci dispiace per Storace, ma sul fronte del Corridoio,
Storace continuerà a ricevere cattive notizie, dopo quelle che gli sono state date
da migliaia di cittadini e dalla Commissione Europea. Ad opporre con successo
resistenza al progetto inutile, costoso e dannoso del Corridoio, costringendo il
centrodestra a ripetute e squalificanti marce indietro, non sono stati solo i Verdi,
ma migliaia di persone che hanno criticato questo stupido e dannoso progetto,
così come milioni di italiani hanno criticato le politiche del centro destra nazionale».
«Peraltro - aggiunge Bonelli - i sessantasettemila voti dei Verdi nel Lazio sono un
successo eccezionale dei Verdi, nonostante la lista truffa dei verdi verdi. Noi siamo
un piccolo partito dalle grandi idee e le nostre risorse sono poche e dovute soltanto
all’impegno dei singoli militanti. Noi non gestiamo la Regione e non abbiamo grandi lobby
alle nostre spalle, solo la forza delle idee e la convinzione di batterci per i diritti
dei cittadini e dell’ambiente. Ed è per questo che per la prima volta abbiamo eletto
anche un consigliere nella provincia di latina, successo che Storace evita accuratamente
di ricordare.
Evidentemente Storace per nascondere il pessimo risultato della Casa delle Libertà
nel Lazio, e la perdita del primato in tutti i municipi di Roma, si lascia andare
a battute squallide quanto immotivate. Se la vittoria nel feudo di Latina gli basta
per consolarsi di questa sconfitta meglio per lui. Come si dice a Roma: riconsolati
con l’aglietto».
Mauro Cascio
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