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Latina. L'analisi del voto. Pasquale Verrengia: «I neoeletti dovranno uscire da una posizione di gestione notarile e burocratica dei problemi»
«Dopo la coraggiosa scelta del nuovo Presidente di Confindustria di rilanciare la politica
della concertazione a livello nazionale, sul fronte locale, come Organizzazione più
rappresentativa fra i lavoratori, possiamo affermare che il quadro delle relazioni
industriali dell'ultimo ventennio è stato improntato su un livello più che accettabile di
concertazione tra le parti sociali». Parla Pasquale Verrengia, segretario provinciale della Cisl.
«L'atteggiamento che si è sempre privilegiato è stato senza dubbio quello della propensione
al dialogo piuttosto che al conflitto, pur mantenendo una certa "vivacità e vitalità" nel
cercare, ciascuna delle parti, di far prevalere gli interessi dei propri rappresentati.
Questo va sempre ricordato perché se così non fosse stato, una situazione grave come quella
della dismissione del comparto elettronico (ricordate la chiusura della Mial, della Ducati
Microfarad, della Mystral) e di quello metalmeccanico e tessile che a partire dalla metà
degli anni '80 ha interessato almeno 11.000 lavoratori, cioè un quarto degli occupati della
nostra provincia, non avremmo potuto risolverla senza che ci fosse tra noi e i rappresentanti
delle imprese un grande senso di responsabilità e di condivisione di obiettivi comuni.
Abbiamo proseguito sulla strada della concertazione quando nel 1996 abbiamo stipulato un
importante accordo con l'Associazione degli Industriali di Latina con l'intento di dare una
prima risposta alla nuova crisi che interessava (e interessa ancora!) il mercato del lavoro
locale. Accordo che può dirsi riuscito negli intenti ma dal quale si poteva ottenere di più
se fossimo riusciti a coinvolgere anche gli Enti Locali, in quanto soggetti impegnati in
prima linea per la realizzazione degli obiettivi.
Allora lo sprone per noi, e per tutte le Forze sociali della provincia di Latina è che se
gli Enti Locali non ci vogliono sentire, dobbiamo costringerli a farlo.
In questi giorni siamo impegnati, insieme a CGIL e UIL, nella stesura di un nuovo accordo
sul mercato del lavoro con l'Assindustria di Latina prevedendo, fra le altre cose, un
impegno in alcuni Tavoli nei quali è presente anche l'amministrazione provinciale.
Uno di questi già esiste ed è quello tripartito della Commissione Provinciale di
Concertazione sulla politica dell'impiego che, finora, ha portato risultati modesti:
non vogliamo che qui la presenza della Provincia si sostanzi in un lavoro burocratico, la
sua presenza deve avere un ruolo incisivo e attivo nelle politiche del lavoro.
E ancora: nel nuovo accordo, fra le altre cose, prevediamo anche di istituire un Osservatorio
Provinciale, dove chiediamo a varie Istituzioni tra cui la Provincia, la CCIAA, la Direzione
Scolastica, di partecipare per determinare le politiche della formazione e del lavoro
in genere. È un obiettivo ambizioso che non vogliamo che si trasformi in una struttura
elefantiaca ed immobile, uno di quei tanti tavoli istituiti con belle speranze mai divenute
realtà, che non ci serve a niente e anzi ci farebbe solo perdere tempo.
Anche il "Patto per lo Sviluppo della provincia di Latina", siglato il 10 maggio
scorso, contiene una serie di proposte concrete, utili per riaprire un ciclo virtuoso nello
sviluppo economico e sociale della provincia di Latina, ma necessita ora di una nuova
convalida a seguito del cambio di governo alla Provincia perché, altrimenti, nessuna
infrastruttura, nessuno dei servizi previsti può essere costruito nel territorio. Questo
Patto, che fa della Regione Lazio l'interlocutore fondamentale per la definizione di
interventi di sostegno legislativo e di Sviluppo Italia il soggetto di supporto alle
attività industriali, ha bisogno della massima collaborazione e di un rapporto stretto con
la Provincia, altrimenti ancora una volta ritroveremo belle proposte sulla carta e il
deserto sul territorio.
Insomma, il nuovo Presidente e la nuova Giunta provinciale di Latina, eletta a
seguito dell'ultima tornata elettorale, dovranno uscire da una posizione di mera gestione
notarile e burocratica dei problemi per affiancarsi attivamente a tutte le forze sociali
in modo da dare un forte impulso alle scelte assunte in tema di rilancio dello sviluppo
economico e sociale della provincia di Latina».
Andrea Apruzzese
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