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Latina. Lo sviluppo parte dal Porto. La Sinistra Ecologista: «Può un tecnico che si occupa di "portualità" gestire anche le altre problematiche?»
«Ecco dal cilindro del prestigiatore uscire, dopo le terme di democristiana memoria,
il parco tematico di Finestra, il Corridoio Tirrenico di Storace, il "Porto delle meraviglie"
di Zaccheo». Commenta Francesco Parisi, della Sinistra Ecologista:
«Non sappiamo bene come la fervida fantasia di questi nostri amministratori riesca a
partorire le idee più avveniristiche e fantasmagoriche mai. Se ce lo spiegassero ci
proveremmo anche noi che, abitualmente, cerchiamo di tenere i piedi per terra,
soprattutto quando si tratta di spendere il denaro faticosamente spillato dalle tasche
dei contribuenti.
Torniamo al tema.
Il tema è, per l'appunto il "nuovo complesso portuale" che nascerà a Foce verde.
Questo avrà "una profondità di 6 metri, per ospitare almeno 2.000 posti barca: avrà
un approdo tecnico per piccole imbarcazioni, uno destinato ai collegamenti con le isole,
uno prettamente turistico-diportistico", senza stravolgere l'ecosistema, ci assicurano.
Bene, diciamo noi. Finalmente possiamo disporre di quelle infrastrutture tanto necessarie
(?) per il rilancio (?) della marina di Latina. Presi dall'entusiasmo andiamo a guardare
quello che si riesce.
Guardando il progetto di questa siffatta meraviglia, si ridimensiona il nostro entusiasmo
e la perplessità incomincia a farsi strada: la duna quaternaria ha consentito alla pianura
pontina di non essere invasa dalle acque salmastre del tirreno e di mantenere la fertilità
del suolo e sviluppare quelle che ancora oggi risultano essere i presupposti di tutta
un'economia agricola di rispetto.
Il progetto del complesso portuale infligge una ferita al sistema che potrebbe essere
mortalmente definitiva.
Infatti, vediamo che la portualità oltre che estendersi in mare, si insinua, se non
leggiamo male, fino al centro abitato di Borgo Sabotino.
Ora, se ciò non fosse un'esercitazione accademica prodotta dagli studenti universitari,
verrebbe da chiedersi, come è possibile ipotizzare una siffatta proposta di progetto
che vede regalati al mare decine di ettari di terreno consentendo a questo di alterare
tutto l'equilibrio millenario delle falde acquifere, con il rischio, appunto di fare
arrivare l'acqua salmastra fino ai monti Lepini?
La lotta dell'uomo, dalla notte dei tempi, non è stata quella di rubare terra al mare?
Qui si procere al contrario, si toglie alla terra e si regala al mare!
Forse il prof. Noli ipotizza una enorme colata di cemento in modo da costituire un bacino
artificiale tale che dalla riva di Foce verde giunga fino al centro di Borgo Sabotino?
E allora, perché non fino a Latina visto che il canale delle acque medie l'attraversa?
Ora, ci chiediamo, come è possibile affidare, sulla sola fiducia, un'opera di siffatta
importanza e complessità ad un tecnico che si interessa di portualità mentre le problematiche
affrontate sono tante di varia natura, quindi molto più complesse da gestire in un sistema
geomorfologico delicatissimo come il nostro.
Oltretutto al di fuori di ogni programmazione urbanistica del territorio.
Pianificazione questa che deve necessariamente tenere conto di tutti gli aspetti che
devono concorrere a mantenere integro il territorio sotto il punto di vista dell'ambiente
basandosi sulla conoscenza scientifica dei fenomeni che insistono sui siti interessati
all'eventuale modifica delle destinazioni d'uso.
Noi critichiamo, quindi il modo di procedere di quest'amministrazione, che, dopo aver
buttato alle ortiche un piano regolatore, pur voluto fortissimamente da Finestra e
dall'allora consigliere Zaccheo, ora, di fatto, rinuncia alla pianificazione procedendo
a vista.
Ciò non va bene. I cittadini hanno il diritto di sapere che chi stabilisce il destino
dell'ambiente in cui vivono, si ispira, negli indirizzi di cambiamento degli assetti
strutturali, a precisi programmi di gestione, conservazione dell'ambiente e sviluppo in
questo, compatibile con il mantenimento delle caratteristiche di qualità per la
salvaguardia dell'economia e della vita biologica delle zone interessate.
Siamo fortemente preoccupati di questo modo di fare.
Vogliamo che si apra un tavolo di confronto con le forze politiche, ambientaliste e con
i cittadini per verificare la serietà della proposta e la compatibilità con la
salvaguardia dell'ambiente e dell'economia del nostro territorio».
Andrea Apruzzese
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