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Latina. Costituzione, Ue e radici cristiane. Domenico Cambareri: «Berlusca e Casini si decidano. Fanno i politici o i chierichetti del Vaticano?»
L'approvazione della Costituzione europea sancisce un passaggio fondamentale e speriamo
definitivo nella storia della unità e della crescita politica del piccolo "vecchio" continente.
A meno di futuri sobbalzi, nel momento in cui dovrebbero venire a svolgersi i referendum
nazionali, cosa da potersi oggi considerare più un accidente non pericoloso che un imprevisto
e che sarebbe potuta essere sventata in anticipo con l'immissione dei nuovi dieci Paesi solo
dopo l'approvazione della Costituzione, senza che gli stessi potessero avere titolo a
decidere, ma partecipando solo in qualità di osservatori. Certo, per un verso la Spagna e
per l'altro il Regno Unito avrebbero avuto sempre modo a frapporre ostacoli, ma in maniera
sicuramente meno complicata e testarda, e soprattutto senza gioco di sponde. Adesso bisogna
aspettare di conoscere la redazione definitiva, per potere esprimere condivisione verso
le perplessità espresse dall'italiano Amato, vice-presidente della Convenzione europea,
circa il fatto che sarebbero state recepite delle pressioni di natura fortemente
particolaristica portate avanti da alcuni Stati, non ultimo da alcuni dei nuovi arrivati,
che paventano il rischio di perdere la loro da pochi anni riacquistata identità. Essi
dimenticano tuttavia che la semplice comparazione di quanto propongono è assurda,
irricevibile e offensiva. È bene comunque, per quanto gli avversari all'Unione europea e
gli euroscettici e i loro plotoni di guastatori brindano alla vittoria di bere vino casereccio,
capire davvero l'importanza del momento fondativi della nuova Europa. Cosa di fronte
a cui le pur presumibili pecche diventano cosa da poco e a cui si potrà porre rimedio in
base alle future norme e procedure applicative, oltre che ad una futura revisione della
Costituzione stessa, dopo che per diversi anni questi difensori delle prerogative
campanilistiche avranno ben a ricredersi. La cosa che effettivamente duole constatare
è la forte opposizione che emerge nell'ambito della pubblica opinione "britons", che ha
portato ad uno sconvolgimento elettorale imprevisto nelle dimensioni nel Regno Unito.
Ma anche in questo vi è da sperare che parte di queste opposizioni si stempereranno e
cambieranno idea. Cosa non certo possibile per i testardi e per i fanatici che vivono
di preconcetti, come dei leghisti italiani della Terronia lumbard-padana con ottusità a
24 carati. L'avvenimento ha sanato i contrasti che duravano dalla conduzione della
presidenza italiana, nel corso del secondo semestre dello scorso anno, ed erano aggravate
dal groviglio della discordia di contesti non intra-europei, come la questione irachena.
Colpa grave della conduzione italiana è stata quella di avere sposato le tesi neo-clericali
e filo-pontificie, e cioè dell'assurda precondizione di inserire il termine
"radici ebraico-cristiane" ovvero soltanto "radici cristiane" nella Costituzione europea.
La sciatta e delplorevole farsa dei politici italiani al governo dura purtroppo ancora oggi.
Essi dimenticano di rappresentare gli interessi del popolo e dello Stato italiano, e non
già del Vaticano. Essi dimenticano ancora che, per quanto la storia del nostro popolo
sia stata in gran parte sotto il vessillo cattolico, ciò lo è stato per questioni
inscindibili e inestricabilmente connesse al mercimonio plurisecolare del papato con il
potere temporale e con l'organizzazione di un crudele sistema di esclusivismo religioso in
cui ogni uomo dal momento della sua nascita non era altro che un suddito della Chiesa
cattolica. Povero Gesù (ammesso e non concesso che sia mai esistito, ndR), all'ombra di
un'infamia nata dalla donazione del grande criminale
Costantino e arrivata sino alla nascita dell'indipendenza del nostro popolo, e
ancora dopo la presa di Roma, sino a prima del Concordato, quando i fanatismi
teologico-politici all'interno del Vaticano agognavano ancora al papa re di Roma. Quale
deforme ideologia teocratica mistificante! La cosa altrettanto grave è che Casini,
presidente della Camera dei deputati, continua a mischiare apertamente il ruolo
istituzionale che egli ricopre con le sue del tutto affatto opinioni personali. Su una
materia così delicata, in cui in maniera incosciente interi drappelli di esponenti
del governo e della maggioranza straparlano con viscido sussiego, è bene che si faccia
definitiva chiarezza, salvo volere creare frizioni, polemiche e scontri che non giovano a
nessuno. E' bene che maggioranza e governo prendano atto che non rappresentano a nessun
titolo posizioni filo-clericali del popolo italiano. È bene che prendano atto che quanti
hanno votato per questa farisaico-gesuitica coalizione alle politiche - come me, anche
se non posso dire di avere in mano numeri di deputati e senatori, come un generale
parla di numeri di reggimenti e di divisioni - prendano atto di non avere ricevuto un
mandato politico filo-papalino, devozionistico, bigotto, integralista. Essi hanno il dovere,
assolutamente inevadibile, di rispettare la laicità dello Stato. Altrimenti, se continuano
in questi termini, è bene che se ne tornino a casa, così come è bene che Casini non
perda tempo ancora nel rassegnare le dimissioni. Avrà il tempo fare il sagrestano o il
chierichetto. D'altronde, di caduta anticipata del governo, è bene che si inizi
a parlare, visto che Berlusconi continua a giocherellare con il definire il suo
partito "cattolico" e con il cantare un inno che proclama in maniera altisonante la
libertà politica, di idee e religiosa, religiosa di tutte le fedi… pare proprio a parole.
Per di più, perfino i marziani sanno di quali estrazioni è il suo partito. La cosa
ancora più grave, su cui avrò occasione di ritornare in maniera più specifica,
è poi data da Alleanza Nazionale, forza non democratica retta da un'oligarchia
che ritiene superfluo indire assisi o "congressi nazionali" in cui le proposte e
le mozioni si votano con regolari votazioni, alla luce del sole e davanti alle
telecamere. Ebbene, nulla di tutto questo. Il gruppo egemone fa e disfa come vuole,
cambia fisionomia e collocazione storica, ideale politica a un intero partito, espone
con dichiarazioni oltremodo avventata e pericoloso il nostro Paese alla minaccia di
ritorsioni terroristiche dell'estremismo islamico oltranzista in merito al muro di
Sharon, muro non condiviso al mondo neppure dagli USA, vero ed esclusivo patron di Israele.
Ma Fini, che ha anche gravemente e in maniera arbitraria e inemendabile confuso il
suo ruolo di esponente e "padrone" di un partito e di ministro della Repubblica, farebbe
bene come Casini a lasciar stare e a fare almeno tre passi indietro.
L'Europa che è nata, è nata sotto il segno della costellazione delle libertà civili
individuali, libertà espresse e conquistate con il pensiero illuminista che ha
affrancato i popoli europei dalla teocrazia delle diverse chiese in lotta fra loro e
con Dio da secoli, lotte che hanno provocato massacri immani in cui la fede individuale e
l'amore per di Dio quasi o del tutto non c'entrano nulla, salvo il cieco fanatismo
scatenato dai chierici e dai teologi della "ideologia idolatrica della fede e dei dogmi"
che ha annichilito intelletti e anime. Lo spirito della libertà non nega la libertà di culto,
come non lo negano le costituzioni nate dall'illuminismo e dalla rivoluzione francese.
Lo spirito delle libertà di culto non nega neppure il ruolo pure positivo svolto dalle
pagine non violente e non sanguinarie della storia della Chiesa cattolica, di parte
dei suoi santi e dei suoi fedeli, ma è bene che essa e il suo papa la smettano
di intromettersi in temi e problemi che, vista la storia di inaudite mistificazioni
che hanno alle spalle, avrebbero dovuto ben capire di non commettere. Cosa che invece
dimostrano gli esponenti delle altre confessioni cristiane. Il neo imperialismo
papalino è necessario dunque che in Italia venga assolutamente contenuto,
ribattuto, ricacciato. È bene anche considerare il fatto che, di fronte, a simili
pervicaci rozze intrusioni, si cominci ad anticipare i tempi per tornare a discutere
del Concordato. E perfino dell'esistenza stessa di uno Stato del Vaticano. Se le
giaculatorie si vogliono tramutare in orde, nonostante l'Europa abbia dato una
sonora sconfitta al governo Berlusconi e ai pataccari del cattolicesimo politico, è
bene che i clericali - amici e non amici, persone stimabili, stimate e amabilissime
quanto persone apertamente disistimabili - ne prendano definitivamente atto e dimostrino
rispetto puntuale delle idee e delle fedi altrui. Ma soprattutto rispetto e decoroso
impegno etico-politico nella salvaguardia della laicità dello Stato e non di
meno della loro stessa fede - salvaguardia che si attua attraverso una non
imposizione di un'interpretazione storica del tutto soggettiva e di parte e
una fanatica, faziosa perdita di memoria di intere parti degli accadimenti plurisecolari.
Altrimenti, lo dicano pure: dicano che sono pronti ad iniziare una nuova
guerra di religione.
Torniamo, sempre, con serenità e con minori disappunti, all'Europa, l'Europa che le
radici nell'ethnos dei diversi popoli, nelle loro tradizioni, lingue, consuetudini,
religiosità antichissime mai interamente sradicate dal fanatismo cristiano, leggi,
nelle loro epiche e letterature, filosofie, arti. L'Europa ricchissima di patrimoni,
mai riconducibili a un tardo estrinseco denominatore. Questa Europa può davvero
guardare al futuro dei destini delle sue giovani generazioni, può davvero cominciare
ad essere elemento concorrente nella politica mondiale e nelle sorti degli equilibri
internazionali. Per fare questo, deve accelerare il processo di unitarietà direzionale,
riducendo il numero dei commissari. Per intanto, con la nuova Costituzione, salutiamo
il ruolo e il valore delle prime due cariche dell'Unione: quella del Presidente,
che cessa di essere di durata banalmente semestrale per diventare di trenta mesi,
e rieleggibile per un secondo mandato; e quella di ministro degli esteri. Queste sono
le cose che contano, queste sono le date che contano, come quando noi italiani abbiamo
avuto la nostra unità. Una unità all'inizio parziale (e in parte così rimasta),
nata non nel migliore dei modi, ma indubbiamente immensamente superiore ad ogni
possibile raffronto con una realtà geografica di stati diversi, di fronte ad una
coscienza civile e ad una cultura che ci univa dall'antichità, anche da dopo la nascita
del ducato della Chiesa.
Cosa meritata dal popolo italiano sarà la ratifica ufficiale della Costituzione, che
dovrebbe avvenire a Roma, città che già da secoli aveva culto e fede nel principio
immortale e trascendente dell' "Amor", che ne sostanziava animo e nome. Non meno
delle altre grandi religiosità storiche, dottrine e filosofie, vie iniziatiche
che dall'India all'Egitto, dalla Cina alla Grecia all'Irlanda e al resto del mondo
e dei popoli hanno segnato la storia dell'umanità.
Domenico Cambareri
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