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Latina. Costituzione, Ue e radici cristiane. Daniele Capezzone: «La chiesa protesta inutilmente. Rivendica ruoli che non ha avuto e non ha»
«Chi ne abbia voglia confronti la chiarezza, la semplicità, il linguaggio della Costituzione
americana con il mostriciattolo varato a Bruxelles: da una parte un testo fatto per essere
vissuto, compreso e diffuso nelle piazze, nelle taverne, nelle chiese, per creare il senso
di una appartenenza comune; dall’altra un incomprensibile papocchio di burocrati e per
altri burocrati.
Mentre si spandono da ogni parte retorica e trionfalismo, mi pare giunta l’ora di dire
che questa Costituzione, questa Unione Europea, questa realtà sono non solo lontane, ma
contrarie al mito e alla speranza di Ernesto Rossi, Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni
e al loro Manifesto di Ventotene.
Chi voglia far vivere oggi quella speranza deve lottare contro questa realtà di
Bruxelles, che saprà solo raffreddare o respingere l’attenzione e lo slancio di
vecchi e nuovi europei. E i dati di (non) partecipazione al voto di domenica scorsa
ne sono, in tutta Europa, solo un pallido annuncio».
E sulle radici giudaico-cristiane Daniele Capezzone, segretario dei Radicali Italiani
aggiunge: «Certo, la libertà religiosa è sacra: ma la si difende innanzitutto
attraverso la laicità degli Stati. È già grave, ad esempio, che mentre tutti si
accapigliavano sulla questioone delle "radici cristiane", il Vaticano abbia ottenuto
(con l'unica denuncia dei radicali, e in particolare di Maurizio Turco) il varo
dell'art.51 del Trattato, che perpetua il legame mondano, concreto (ciòè basato su
denaro e privilegi) tra le istituzioni pubbliche e le varie confessioni.
Mi auguro che gli spiriti religiosi si uniscano presto in una nuova direzione: quella
volta a contrastare tutti i meccanismi che, determinando una indebita commistione
tra Cesare e Dio, finiscono per clericalizzare gli Stati e per parastatalizzare le Chiese».
Elisabetta Rizzo
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