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Aprilia. La polemica. Giovambattista Trenta a Verzili: «Non c'è un’informazione trasparente ed esauriente ai cittadini. Solo propaganda»
Giovambattista Trenta, il coordinatore territoriale di Cittadinanzattiva ha scritto
al Sindaco f.f. Verzili.
«Quello che maggiormente mi fa inquietare è che qualsiasi iniziativa della Sua
Amministrazione, anche se resa obbligatoria da leggi e regolamenti e/o se istruita o
avviata in ritardo e/o con un risultato deludente, viene sempre pubblicizzata come “per
la prima volta”, “per primi”, “il top”, viene esternalizzata dall’ufficio comunicazione
e stampa istituzionale nella più bella espressione di soddisfazione e di atto ben fatto,
meritevole di stima e di fiducia poiché realizzata con trasparenza, efficienza ed efficacia,
mentre spesso, anzi quasi sempre, accade tutto l’opposto: vedi il piano dei parcheggi,
vedi i piani di zona, vedi l’ordinanza dei lotti incolti.
È su questa ultima ordinanza che mi soffermo, oggi, per notificarLe la piena
insoddisfazione e, a tale proposito, anche a nome e per conto dell’intera Comunità,
poiché anche “Il fatto” pubblicato su Latina Oggi, come Ella ben sa,
stravolge i veri fatti accaduti; non garantisce un’informazione trasparente ed
esauriente ai cittadini, anzi li informa di cose nettamente tendenziose che mirano
soltanto a carpire consensi ed applausi immeritati, e non rende efficiente né efficace
l’ordinanza stessa.
Gradirei anche sapere come può “essere soddisfatto per l’ottimo impatto che l’ordinanza
sui lotti incolti ha avuto” se la prima ordinanza del 17 maggio non è stata mai
pubblicata e per la seconda, forzatamente richiesta, datata 15 giugno, i manifesti
sono stati affissi per le vie della città il 17 u.s., quasi sicuramente lo stesso
giorno che Ella ha dichiarato di essere soddisfatto, mentre, a tutto oggi, non
risulta ancora pubblicata su Aprili@network.
Chi e come è stato riscontrato l’impatto favorevole dell’ordinanza, se i manifesti
datati 15/06/04 si trovano in poche bacheche comunali della città, mentre risultano
totalmente assenti nelle strade extraurbane e in tutte le bacheche pubbliche
(dove esistono) delle borgate, dove in realtà esistono i veri lotti incolti? Dove
un’ordinanza così importante dovrebbe essere diffusa capillarmente, casa per casa?
Anche se mi trovo un po’ impacciato, poiché nella mia comunicazione del 6/6 volevo
rimanere riservato inviandoLe una mail considerata “Personale”, oggi, essendo
stato ripagato con la pubblicazione tendenziosa ed avendo riscontrato l’ennesimo
“tradimento informativo” verso i cittadini e la comunità intera, ufficializzo il
tutto alla stampa locale, per un vero impegno morale ed un vero senso di
responsabilità civica.
Colgo l’occasione per rappresentarLe che, a seguito, di specifica ricognizione, resasi
necessaria per il riscontro di quanto pubblicato sul quotidiano Latina Oggi, ho
potuto constatare su tutto il territorio di Aprilia, da Campoverde a Campo di Carne,
dalla Nettunense a Tor San Lorenzo, dal Casello 45 Zona Cavallo Morto a Via Pantanelle,
da Selciatela a Torre del Padiglione, da Spaccasassi-Isole-Gattone e Guardapasso,
dalla Nettunense a Campoleone, da Vallelata a Casalazzara, da Via Apriliana-Fossignano
e Via Riserva Nuova, che i lotti incolti di privati cittadini sono ben pochi,
mentre risultano veri pericoli d’incendio, tutti indistintamente i lotti, le banchine
stradali, le aiuole spartitraffico e le aree di svincolo, di tutte le strade di
pubblica proprietà: comunali, provinciali e regionali.
Ho trovato segnali stradali coperti da sterpaglie; sterpaglie alte e secche che
sono diventate arbusti ed alberi, da quando non vengono tagliate. Carreggiate stradali
danneggiate e non riparate; rami, arbusti e sterpaglie che si protendono oltre il
confine stradale, invadendo la carreggiata, e nascondendo la visuale arrecano pericolo
agli automobilisti.
Spero proprio che, questa nuova ordinanza, sproni chi di dovere per organizzare una
manutenzione straordinaria a quanto dovuto, per garantire l’incolumità pubblica,
messa a repentaglio proprio dalla pericolosità di incendi, ormai prossimi, poiché
le sterpaglie sono diventate secche».
Elisabetta Rizzo
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