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Formia. La sinistra fa autocritica. Enrico Paone: «Un’ossessiva ricerca di visibilità ed un eccessivo bisogno di protagonismo»
«Si avverte, da parte di alcuni esponenti della sinistra formiana, almeno da quello che si
legge sulla stampa locale, la volontà di renderla più forte con una diversa presenza
politica sul territorio partendo da un’alleanza strategica, da un patto federativo o
qualcosa di simile tra le forze che la rappresentano». Commenta Enrico Paone: «La indubbia tenuta della sinistra a
Formia e, in particolare, il risultato elettorale di quella più radicale, senz’altro
positivo, sono , a nostro avviso, un forte segnale che ignorare sarebbe politicamente grave.
Nel voto del 13 giugno c’è la richiesta esplicita di un superamento delle divisioni
interne alla sinistra che hanno nuociuto finora nell’amministrazione della cosa pubblica:
i consensi, ed è per certi versi sorprendente, hanno premiato in egual misura tutta la
sinistra antagonista; non c’è stato nessuno dei partiti che la rappresentano che
abbia catalizzato il voto!
La nostra allocazione ha come obiettivo l’unità della sinistra e ogni iniziativa che vada
in questa direzione non può che essere condivisa. I due convegni, ampiamente partecipati,
che abbiamo organizzato negli ultimi mesi hanno d’altronde avuto come protagonisti uno,
i rappresentanti di tutti i partiti di sinistra ( DS, Verdi, PdCI, PRC), l’altro i
responsabili sindacali di Confederali e Cobas: la ricerca di un percorso comune che
superi la litigiosità spesso presente in questa area è scritto nel nostro DNA.
Ma, come esperienza insegna, per superare le divisioni, occorre che tutti facciano un
passo indietro, in alcuni casi anche due, rispetto ad atteggiamenti che spesso non
derivano da divergenze sui contenuti, ma hanno origine da un’ossessiva ricerca di
visibilità e da un eccessivo bisogno di protagonismo.
Se tutti riusciamo ad impegnarci sui contenuti evitando di “condividere per sopravvivere”
ma anche di “opporsi a prescindere” la strada sarà tutta in discesa. Deve essere
comunque chiaro che un patto tra le forze di sinistra , se ci sarà, non potrà
essere di tipo verticistico e non potrà comunque ridurli a cartello elettorale
che comporterebbe all’indomani del voto un generale “rompete le righe”».
Mauro Cascio
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