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Latina. Oggi la Giornata Mondiale della Massoneria. Una via sempre rispettosa del molteplice, dei diversi esperire, dei tanti modi di sentire

Nei ricchi, variegati, complessi contesti mitopoetici della Massoneria, intramati di storie e di leggende e vissuti come una perenne decifrazione, un’ermeneutica del simbolo e dello spirito costitutiva dei livelli più profondi ed elevati della natura umana, alcuni santi svolgono un ruolo particolare. Essi sono indicati come i “santi” della Massoneria: san Tommaso Evangelista, san Giovanni Battista, san Giovanni Evangelista, san Giovanni Elemosiniere (il bizantino di Gerusalemme, con il quale gli studiosi ritengono che sia avvenuta nel corso dei secoli la commistione dei primi due con questo), santa Barbara, i “Quatour Coronati” (Claudio, Castorio, Semproniano, Nicostrato) e, in via meno specifica, san Giorgio. Le motivazioni in termini di coerenza dell’incorporamento di questi santi nelle tradizioni calendariali, nel riferimento all’esoterismo strettamente massonico e agli aspetti inerenti alla intrinseca pratica mistico-devozionale, si ritengono valide per san Tommaso, per santa Barbara (patrona degli architetti e dei costruttori, attraverso un’agiografia di sapore romantico), per san Giovanni evangelista (in relazione al livello di specifico accesso iniziatico consentito dal suo Vangelo e dalla sua Apocalisse, tant’è che quasi tutti i lavori dei gradi superiori alla Massoneria azzurra si aprono con il libro sacro aperto alla pagina di Giovanni), per i santi coronati (come patroni dei muratori inglesi e tedeschi, in quanto costruttori martiri in Pannonia sotto Diocleziano, e a cui, nell’agiografia delle gesta del martirio, in un secondo tempo a Roma, sono da aggiungere Severo, Severiano, Carpoforo, Vittorino, portando così a nove il numero complessivo dei martiri coronati). Per san Giovanni Elemosiniere, i riferimenti possono condurre all’esigenza dell’etica e della prassi della carità massonica, nell’ambito del principio della fratellanza e dell’affratellamento universali. L’importanza delle connessioni dei due san Giovanni, il Battista e l’Evangelista, è stata enorme. Infatti, in riferimento al primo, le logge dei primi tre gradi sono definite ovunque come Logge di san Giovanni. Ancora oggi, infatti, nel solco delle tradizioni, per san Giovanni di Scozia ci si intende richiamare al battista. È da ricordare anche che il primo Gran Maestro della Prima Gran Loggia fu eletto e installato il giorno della festa di san Giovanni battista del 1717. Così fu fatto negli otto anni successivi. In riferimento all’Evangelista, ho già detto prima. La tradizione della “festa grande” della Massoneria con la data della ben presunta e puramente “ornamentale” nascita di san Giovanni Battista, è stata dunque mantenuta sino ad oggi nel rispetto più completo delle tradizioni calendariali. Naturalmente, non si tratta di pedissequa uniformità, quanto di sussunzione entro un quadro di unitarietà degli elementi tramandati, cosa atta ad esprimere garanzia simbolica e non forza di inveramento storico positivo. Essa è quindi un dato in cui l’elemento della tradizione conserva tutta la sua sedimentata forza immaginifica, di enucleazione etica, di fondazione dell’atto del cosmos atta a consentire un altrettanto grado di forte, coeso sviluppo nella proiezione temporale futura, come per le “pietre” di cui parla il Battista che Dio può trasformare in uomini. Tutto dunque sino ad oggi senza terremoti e senza bisogni di rivolgimenti spiritualmente disorientanti e inconsistenti. Le due feste dei due san Giovanni, l’Evangelista il 27 dicembre e il Battista il 24 giugno, cadono in giorni di poco successivi a quelli sostiziali. Specifico riferimento a questo dato, nella sua trasposizione aneddotica, è il racconto relativo a san Giovanni Evangelista, ormai molto avanti negli anni, da cui vien fuori la tradizione del detto che essi sono “i due grandi paralleli” della Massoneria. Questo dato, ovvio comprensibile e scontato, ci permette di capire il ruolo svolto dai due santi nel lungo percorso della storia massonica che si è espressa nel e con la storia della cristianità. Ci fa anche capire come gli stessi cristiani non abbiano potuto fare a meno di percorrere le medesime, universali strade delle vie antecedenti della religiosità e dell’iniziazione. Vie da cui appresero e presero a piene mani, sino a creare una nuova religione come esclusivo frutto di un ininterrotto rapporto sincretico, in cui tutto - dai rituali alla stessa vita di Gesù - è il frutto di questi incontri e di questi ulteriori incorporamenti. Lo sviluppo delle scienze e la conoscenza delle molteplici forme delle civiltà delle religioni hanno permesso solo a partire dall’età moderna di riacquisire concetti andati prima in parte perduti o conculcati, che, come è propri all’esprimersi corretto di Guénon, Eliade, Schuon e di altri studiosi, sono definibili come “unità trascendente” delle Vie della conoscenza e della realizzazione. Vie emblematicamente espresse per l’appunto dal Battista e dall’Evangelista. La simbologia astronomica che essi esprimono nel calendario cristiano e specificamente in quello massonico è estremamente chiara. È questa Via che la Massoneria conserva, nel più dignitoso rispetto della uni-molteplicità, dei molteplici esperire, dei molteplici modi di sentire che il Grande Architetto ha immensamente trasfuso nell’universo e nelle intelligenze che lo abitano. Vie immensamente superiori a ogni grido di angosciante fralezza dell’esistenza umana, ad ogni nostro possibile naufragio, che esse possono soccorrere, redimere, trasformare. Ad iniziare dal ripristinare, restaurare, “rivoluzionare” il giusto sentire dell’uomo il suo posto, ovunque, con e tra gli uomini, nel tempio e nel cosmo. Come il chicco del melograno, non solo frutto di un incessante procreare di Astarte e cappello frigio in tutto eguale agli altri, ma anche e soprattutto espressione di rapporti armonici, di forme in cui il micro e il macro sono espressione di assoluta reversibilità dell’azione del Logos. Forme, talora ineffabili, a cui il massone si avvicina nel silenzio del simbolo e nella sinfonia della mente e del cuore.
Nella foto Harry Truman, presidente degli Usa e Gran Maestro della Gran Loggia del Missouri.

Domenico Cambareri


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