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Latina. Doolin Street. Maria Corsetti: «Bruttina la scultura di Largo Vittime di Nassyria? E allora parliamo del Fiore di Luce di via del Lido»
Caro Mauro,
in genere discutiamo al Doolin davanti ad un paio di Guinness, ma oggi preferisco la
solennità della parola scritta perché voglio invitarti ad una riflessione sull'arte che
fiorisce tra larghi e rotonde della nostra città (Latina, anche se su La Repubblica qualcuno
sostiene che la continuiamo a chiamare Littoria - v. Alessandra Longo, sabato 19 giugno 2004).
"I cittadini del capoluogo dimostrano il loro amore per l'Arma. Gli artisti locali un po'
meno", così titoli il pezzo su ParvapoliS - a firma di Elisabetta Rizzo - dello scorso
21 giugno, riferendoti alla scultura "che in molti hanno definito bruttina, due sagome
sovrapposte a forma di fiamma in acciaio inox e corten" di Massimo Palumbo.
Pur non piacendomi, sono però del parere che la figura di Largo Vittime di Nassyria assolva
il suo compito: si tratta cioè di un monumento che, secondo lo Zingarelli, è "Opera
specialmente di scultura o architettura che serve a ricordare personaggio o avvenimento di
singolare importanza". In questo senso il lavoro di Palumbo è inequivocabile. C'è un
richiamo esplicito all'Arma ed è collocato in un Largo che ricorda un momento della nostra
storia. Il giudizio estetico è un'altra cosa e non sono in grado di esprimerlo in termini
competenti.
Piuttosto, tanto per discutere di opere recenti, che ne pensi del "Fiore di Luce" - mi pare
si chiami così - che hanno piazzato all'incrocio tra via del Lido e via dell'Agora? Una
volta c'era un semaforo. Se arrivavi da via dell'Agora rischiavi il quarto d'ora di attesa
ed infatti tutti deviavano dentro la lottizzazione Cucchiarelli, turbando così la pace
di chi si era fatta la villetta a due passi dal centro.
Oggi, con una felice intuizione, il semaforo è stato sostituito da una rotonda e mai
soluzione è stata più azzeccata. Adesso io dico: ma se con una spesa modesta hai risolto
un nodo nevralgico del traffico perché, invece di cullarti sugli allori, cerchi di fare
meglio? Il meglio è nemico del bene. La rotonda era perfetta così, magari c'era qualche
spigolo di troppo e bisognava prendere bene le misure per centrare la carreggiata, ma alla
fine avevamo imparato tutti.
Perché dico, invece di piantare i fiori sulla rotonda, hai voluto il "Fiore di Luce". Ma a
che serve? Non è un monumento anche perché non vedo cosa potrebbe celebrare. Non è bella e
qui il giudizio non è quello del critico d'arte che le opere se le va a studiare nei Musei,
ma è quello del cittadino che pretende di capire e godere esteticamente dell'arredo urbano.
Neanche la puoi usare come punto di riferimento per dare un'indicazione. Ti faccio un esempio:
se Lidano Grassucci - direttore de Il Territorio - invita la signora Alessandra Longo
(di cui sopra) a vedere Latina per rendersi conto che non andiamo tutti in giro vestiti
con la camicia nera (v. Il Territorio, domenica 20 giugno, p.9) - è probabile che le
dia appuntamento in redazione e le relative indicazioni per arrivarci. Le dirà: "Al
secondo semaforo di via Piave giri a destra, quindi a sinistra in via Bruxelles, prosegua
dritta, finché non trova un aereo piantato in mezzo ad una rotonda, lì giri a sinistra
ed arriva a Latina Fiori, dove c'è la redazione". E qui subentra la funzione
dell'aereo (o Monumento all'aviatore?): tutti diciamo che è brutto, ma alla fine
ci siamo affezionati, è comodo per le indicazioni. Ammettiamolo, ci sta anche
simpatico. Ma come fa ad andarti simpatico il Fiore di Luce?
Se devi spiegare la strada a qualcuno che da San Felice deve arrivare al Liceo
scientifico Grassi, che gli dici? "Al cavalcavia gira a sinistra, vai dritto e quando
incontri il Fiore di Luce sei quasi arrivato?" Questo pensa che alle nove di mattina
già ti sei scolato 5 Guinness al Doolin. O che ti fai le canne, sempre alle nove di mattina.
Ma ti rendi conto se viene Alessandra Longo a Latina? Su La Repubblica ha definito
Latina la città simbolo dell'architettura fascista. Ma se vede 'ste cose...
Maria Corsetti
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