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Latina. Tasse, promesse e bugie. Giorgio De Marchis: «La prima fase del "governo Zaccheo" ha regalato ai suoi cittadini più indebitamenti...»
«Il centro destra nel contesto politico nazionale ha promesso, a gran voce prima delle
elezioni che il suo obiettivo primario sarebbe stato quello di ridurre le tasse per i
cittadini, senza intaccare la spesa sociale. Impresa ardua da compiere, tuttavia a Latina
gli esponenti del centro destra sembrano trovarsi in un altro contesto economico e politico».
Spiega Giorgio De Marchis (consigliere dei Democratici di Sinistra):
«Il dato eclatante che emerge dalla lettura del Conto di Bilancio 2003, ovvero
dal resoconto dell'andamento economico e finanziario del Comune per il periodo 1/1 -
31/12 2003 (potremmo dire il primo bilancio dell'amministrazione Zaccheo), è che la pressione
fiscale pro-capite ha subito un forte incremento.
Nel 2003 la pressione tributaria è aumentata del 40% rispetto al 1999 e del 22% rispetto
al 2002, arrivando alla cifra record di € 499,58 per abitante.
Un aumento di questa portata non si riscontra in Comuni di dimensioni analoghe a quelle
del capoluogo pontino.
Tale incremento è la conseguenza dell'incapacità del Comune di gestire le entrate
tributarie, in modo particolare quella della Tassa Rifiuti Solidi Urbani che, se non
verranno posti dei correttivi in breve termine, rischierà di subire un ulteriore gravoso
aumento.
A fronte della eccessiva imposizione fiscale, vi è la rigidità nella gestione delle spese,
infatti, sempre in tema di TARSU, non si capisce proprio come il Comune di Latina, pur
essendo gestore indiretto di una discarica attraverso Ecoambiente, non riesca ad abbattere
i costi di smaltimento dei rifiuti e non riesca ad introitare somme ulteriori dalla discarica.
Il debito delle terme, la gestione dell'Intermodale sono oneri che pesano sull'equilibrio
finanziario dell'ente e che, se non risolti, comprometteranno seriamente lo sviluppo del
territorio pontino.
In aggiunta vi è il dato economico della Latina Ambiente che non è stato possibile
analizzare in quanto il Bilancio della società partecipata non era disponibile.
Infine vi è da segnalare che il Comune di Latina sembra aver preso insegnamento dalla
gestione fallimentare dell'amministrazione provinciale che aveva accumulato un avanzo
di gestione.
Quando si verifica una situazione del genere vuol dire che non vi è stata da parte
dell'ente pubblico la capacità di spendere i soldi introitati.
Questo si è verificato puntualmente anche nel Comune infatti l'avanzo di gestione del
2003 è quantificato in € 1.792.870,41 a fronte dei 360.785,26 € dell'anno precendete.
Appare con chiarezza che il risparmio prodotto tra entrate accertate e spese impegnate
non rappresenta un profitto, come nelle aziende private, ma un mancato investimento, in
quanto quei 3 miliardi di Lire sarebbero stati utili per fare qualcosa e non per
rimanere fermi nelle casse del Comune».
Elisabetta Rizzo
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