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Latina. L'informazione tra libri e tivvù. Bruno Vespa: «Il pubblico ama le dirette. Sono più vivaci. E per noi giornalisti sono anche più facili da fare»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Bruno Vespa, una delle icone giornalistiche della nostra televisione. Con «La grande muraglia» e «Il Cavaliere e il Professore» ha anche approfondito molti argomenti di attualità politica. Prodi? Un competitor vale l'altro. Berlusconi? Il rapporto istituzionale è perfetto, quello privato è di "privato imbarazzo". Il Cavaliere e il Professore non si sono mai amati, e i veleni del processo Sme e dall'affare Telekom Serbia non hanno certo contribuito a rasserenare gli animi. I due sono cavalli di razza designati per la corsa del 2006. Bruno Vespa li ha incontrati e ha parlato a lungo con loro, trovandoli divisi su tutto: sulla società italiana e sulle due coalizioni, sull'idea di sviluppo e sulla situazione internazionale. Libri e televisione. Due mondi quasi contrapposti. Il libro con i suoi inviti alla riflessione, all'approfondimento e la televisione con i suoi ritmi incalzanti. E le difficoltà della diretta... «No, la diretta è un vantaggio. Le cose sono più facili, tutto si gestisce più facilmente. La registrata è sempre più fredda. Una diretta è più vivace e il pubblico se ne accorge». Lei coniuga politica e cronaca anche con la cultura. Ricordiamo lo spazio che lei ha concesso al Premio Strega... «Sì, abbiamo fatto della cronaca culturale. Non avevamo a che fare con una manifestazione statica, ma qualcosa di brioso, dinamico ed oltretutto molto divertente». Il successo quanto costa? «Tutta fortuna».

Claudio Ruggiero

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