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San Felice. Vulcano al Circeo: un "Mystero" esplosivo. Nel 1784 un rarissimo documento riponeva la questione. Ne avrebbe scritto anche Omero
Nel libro decimo dell'Odissea esiste una traccia che possa portare all'individuazione del sito di un antico vulcano situato sulla costa pontina,
nei pressi del Promontorio del Circeo? E quanto è realistico pensare che Terracina potesse essere la città di Lamo, centro abitato, secondo
Omero che Strabone aveva definito "principe dei geografi", dai Lestrigoni? Questi sono alcuni interrogativi posti da Gianluigi Proia,
sul mensile "Mystero" da oggi in edicola, partendo dall'analisi di un rarissimo documento, la "Lettera sopra l'Antico Vulcano delle Paludi Pontine",
saggio scritto nel 1784 da un naturalista veneto di fama internazionale: Domenico Testa.
Lettera che si conserva presso l'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze che Proia
ha potuto consultare grazie alla fattiva collaborazione del professor Marco Ciardi, ricercatore in Storia della Scienza presso il Dipartimento di
Filosofia dell'Università di Bologna e autore del volume "Atlantide: una controversia scientifica da Colombo a Darwin" (Carocci editore).
Lettera in cui Testa, ripercorrendo testualmente quanto riportato nell'Odissea, individua tutta una serie di elementi a conforto di una tesi
che potrebbe avere molto più fondamento di quanto si possa immaginare, nonostante la totale assenza di riferimenti in merito nelle opere dei maggiori
scrittori dell'antichità classica, da Strabone a Dionigi D'Alicarnasso. Silenzio a cui Testa aveva
dato una spiegazione tanto banale quanto affascinante per gli scenari che sembrerebbe suggerire. All'epoca in cui gli autori citati avevano
scritto, il vulcano non solo si era spento, ma di esso si era "anche perduta la memoria".
Mauro Cascio
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