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Latina. La Provincia ricomincia dall'acqua. Armando Cusani: «La società mista è un'abberrazione giuridica. Ma ormai c'è e bisogna tenersela»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Armando Cusani, presidente
della Provincia di Latina.
Quale sarà la futura politica di bilancio idrico?
«La conferenza dei sindaci ha approvato un piano degli investimenti
per i prossimi 6 anni di 150 milioni di euro. Questo
consentirà di avere depuratori che funzionano, acqua potabile dappertutto
ed un servizio che sia davvero moderno. Il piano è stato approvato
quasi all'unanimità, senza differenza di carattere partitico o campanilistico
e credo questa sia una prima piccola vittoria. L'acqua è un bene comune
e programmarne uso, interventi non deve generare divisioni».
Secondo lei esiste una cultura dell'acqua? Il tanto deprecato e deprecabile
problema dello "spreco" o della "dispersione" è addebitabile al singolo
cittadino? «La cultura c'è. Ma bisogna incentivarla. Gestire insieme il ciclo
delle acque quando in un territorio siamo in 600.000 non è cosa facile.
Il cittadino deve avere la consapevolezza di quanto bene e prezioso sia
questo bene». La società Acqualatina è stata spesso oggetto di critiche,
e si presenta come una società mista, metà capitale pubblico, metà capitale
privato. Lei ha definito le società miste delle "abberrazioni giuridiche", per
quale motivo? «Il diritto italiano non è ancora intervenuto. Ci sono delle
cose poco chiare, a causa di una normativa che non c'è. Io lo dicevo già in
passato: il ciclo delle acque deve essere pubblico oppure privato. Senza
vie di mezzo. Ora però questo soggetto esiste e facciamo in modo che funzioni bene».
Lei fa spesso la differenza tra articolazione tariffaria e tariffe. Ce la può
spiegare? «C'è una tariffa fissa che può essere articolata a seconda delle categorie
di utenti».
Elisabetta Rizzo
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