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Sabaudia. Cerchi nel grano: solo un bluff? Maurizio Baiata: «I governi non dicono la verità. E noi non sappiamo cosa davvero nasconda la Nasa»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Maurizio Baiata, giornalista e direttore
di DNA Magazine. Mutuando il titolo della sua testata, esiste un Dna stellare?
«Come no? L'amico Alan Sorrenti cantava che siamo figli delle stelle. Esiste
una musica cosmica. Io ho tirato fuori questa teoria: che la musica delle sfere
permea tutta la nostra esistenza. E la fisica quantistica comincia ad accorgersi
solo adesso che abbiamo a che fare con un universo oleografico, a più dimensioni.
E fra queste dimensioni, i passaggi che esistono, gli stargate, sono fatti da "ponti"
di varia natura». Ma cosa rappresentano i crop? Che interpretazione ne date?
«È un ultimo messaggio. Non ha funzionato nel 1947. Per 50 anni ci hanno raccontato
un mare di palle. Ora la gente è cresciuta. E non serve a nulla che Margherita Hack
ci spieghi che non sono stati fatti dagli alieni. Ci deve spiegare allora da chi
sono fatti (e la scienza in qualche modo lo ha già spiegato, cfr. intervista
a Marco Columbro, ndr)». I governi dicono la verità? La Nasa? «Io faccio
il giornalista, come voi. E sappiamo bene che esistono filtri interminabili
tra la notizia e la pubblicazione. Se io vado dal mio caporedattore e gli dico:
"Ho visto dei cerchi di grano, l'ho visto coi miei occhi" mi darebbero del visionario.
Il testimone non conta per il potere costituito, né per i media»,
Una politica della negazione plausibile? «Esatto. Per mantenere uno status quo».
Voi parlate di militarizzazione dello spazio. Che vuol dire?
«Io non so che cosa fa la Nasa. Non so cosa viene portato a bordo dello Shuttle.
Ci sono ricerche di cui non sappiamo assolutamente nulla». Insomma: non siamo soli...
«Ci sono razze di alieni. Ma la mentalità del terrestre è: io prima sparo e poi parlo».
Elisabetta Rizzo
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