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Formia. Libri sulla cresta dell'onda. Asne Seierstadt: «Le scuole di giornalismo? Sono buone solo se hanno uno sbocco occupazionale sicuro»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Asne Seierstadt, autrice de «Il libraio di Kabul»
e «Diario da Baghdad» a Formia per la nuova edizione di "Libri sulla cresta dell'onda", l'appuntamento più prestigioso
dell'estate culturale pontina. Lei è norvegese.
La Norvegia ha la più alta percentuale di lettori, cosa pensa dell'Italia dove,
purtroppo, non si può dire altrettanto?
«Guardate, io ho venduto più in Italia che in Norvegia. Magari è il mio stile che piace, non
so dirvi. Sicuramente qui quelle persone che leggono sono più motivate e interessate.
E in Italia c'è la cultura dell'evento letterario. Quindi se il pubblico perde dal punto
di vista della quantità, ne guadagna da quello della qualità. Di questo
dovreste andare orgogliosi». Lei fa anche la giornalista. Un giornalismo "fatto sul campo".
Cosa ne pensa delle scuole di giornalismo? «Se frequentare un corso o uno stage porta
ad un posto sicuro di lavoro, allora sì, sono utili. Altrimenti non serve. La cultura
e la formazione uno non se la fa in una scuola di giornalismo, io ho studiato letteratura.
Basta saper scrivere ed avere curiosità».
Il suo ultimo romanzo, edito in Italia da Sonzogno, è «Il libraio di Kabul».
Quando l'autrice entra nella capitale al seguito delle truppe alleate, una delle prime
persone che incontra è Sultan Khan, il libraio. Con lui, nella sua bottega, inizia a
parlare di letteratura, di cultura, della situazione del Paese, ma anche della sua famiglia,
talmente rappresentativa del mondo afgano che Åsne pensa di poterla raccontare in un libro.
Così, per tutta la primavera successiva alla caduta dei Talebani, viene accolta a casa
Khan e diventa la figlia bionda del libraio di Kabul. È testimone di amori
proibiti, di matrimoni combinati, di reati e punizioni, di ribellioni giovanili, e
della severità con la quale la società islamica detta ancor oggi, così come la società
cattolica provava a fare fino a ieri, i modi in cui ciascuno deve vivere la propria vita.
Glauco Di Mambro
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