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Latina. Fecondazione assistita. Antonio Cerrone: «Gli altri laici? Sono radicali con le pantofole». La storia di sempre: indietro gli altri liberali
Si fa presto a dirsi laici, scrive Vittorio Pizzuto su L'Opinione. E a
sostenere che occorre riunirsi in un unico soggetto politico per cogliere finalmente
le potenzialità - in termini di consenso elettorale e di reale incidenza sulla qualità
della vita dei cittadini - di una vasta e prestigiosa area di pensiero che nel tempo
si è andata liofilizzando. Poi però succede che alla prova dei fatti emergano le prime
difficoltà tecnico-organizzative e che l’entusiasmo iniziale ceda il passo a qualche
perplessità. Prendiamo il caso dei referendum contro la legge sulla fecondazione
medicalmente assistita, da molti considerati un primo banco di prova per la costituzione
della Casa Laica. Per mesi socialisti, repubblicani e liberali sparsi hanno spiegato
ai Radicali che il successo della campagna passava solo attraverso l’unione di tutte
le forze laiche. Ma una volta costituitisi in comitato promotore unitario su quattro
quesiti di abrogazione parziale, i laici sembrano per il momento sopraffatti dal “generale
estate”. A due mesi scarsi dai termini fissati per il loro deposito in Cassazione, i
moduli carbonati non sono ancora stati stampati e distribuiti. Non solo. Resta tuttora
da decidere chi (e in quale misura) dovrà accollarsi i costi della raccolta firme e
soprattutto all’orizzonte non si scorgono le promesse legioni di militanti laici pronti
ad aprire, penne alla mano, migliaia di tavolini in tutta Italia.
Pessimismo ingiustificato? Forse, e ce lo auguriamo. Resta il fatto che in occasioni del
genere non si può non notare una - appunto - radicale differenza tra gli aderenti alle
altre famiglie laiche (che si armano con lentezza) e i militanti pannelliani (che invece
sono già partiti da mesi sul loro quesito interamente abolizionista). “È la storia di sempre:
i liberali e i laici in genere sono sempre stati i radicali con le pantofole” osserva
Antonio Cerrone, membro della direzione del partito. Un giudizio più che autorevole il
suo: iscritto al PR dal 1976, quando il simbolo era ancora quello del berretto frigio,
questo napoletano incarna da decenni il prototipo del militante pannelliano che non esita
a informare la sua esistenza allo lotta quotidiana per le battaglie nonviolente che
di volta in volta vengono decise. Fantasia, determinazione e capacità di adattamento
inesauribili lo hanno ben presto trasformato in un personaggio di spicco della
politica napoletana. A tal punto che anni or sono una studentessa della Facoltà
di Scienze Politiche dell’Università di Napoli si è potuta laureare con una tesi
su “Antonio Cerrone: fenomenologia di una militanza radicale”. Quando gli chiedono
un giudizio sul progetto di Casa Laica ci risponde che "non vi è dubbio che manchi
e che finora alla sua assenza abbiano supplito per decenni i Radicali. Purtroppo
in Italia una vera rivoluzione liberale e militante non c’è mai stata. Sono quindi
favorevole a un serio tentativo in tal senso anche se ho qualche dubbio su cosa
intendano fare i nostri interlocutori. Non dimentico infatti che molti di loro
sono proporzionalisti convinti, indifferenti alla politica proibizionista e poco
inclini a mobilitarsi nelle piazze per incarnare principi e valori".
Elisabetta Rizzo
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