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Latina. Terme. Francesco Parisi: «Serve una seria pianificazione urbanistica. Non ci sono stati sin qui principi di trasparenza e condivisione»

«Il centro sinistra, leggiamo in un comunicato stampa prodotto dai consiglieri comunali che lo rappresentano in consiglio comunale di Latina, sottolinea la perdita di due anni nella gestione della questione Terme da parte della giunta Zaccheo». Parla Francesco Parisi della Sinistra Ecologista. «Noi pensiamo che questi due anni non siano altro che una parte dei cinquant'anni persi nella questione. Di cui dodici vanno fatti carico alla giunta di centro destra. Le nostre amministrazioni comunali nella loro storia non hanno brillato di efficienza e di capacità progettuale. Le amministrazioni comunali di Latina, nella loro storia di fatto si sono dimostrati incapaci di programmare le attività connesse alle responsabilità di governo correlate agli insediamenti di interesse pubblico delle attività che possono insediarsi nel territorio. L'incapacità, in ultima analisi, di pianificare uno sviluppo urbanistico equilibrato e sostenibile, di cui pure si sono rese protagoniste. Il caso Latina è emblematico per essersi caratterizzato nello spreco insensato del territorio. A di fuori di ogni logica pianificatoria che pone al centro l'interesse collettivo, di fatto chi ha amministrato ha posto al centro la rendita fondiaria parassitaria posizionando nuovi insediamenti residenzali su aree fortemente decentrate rispetto al centro storico costringendo così i cittadini ad un'emarginazione fisica dai centri decisionali ed imponendo loro veri e propri fenomeni di pendolarismo urbano per l'utilizzo dei servizi minimi come scuole, asili e mercati. Per fare un esempio, la nostra città, probabilmente unica in Italia, ha un rapporto molto alto di superfici destinate alla viabilità, specialmente se si confronta con la densità residenziale. Il processo pianificatorio è avvenuto al di fuori dello schema classico di confronto pubblico, secondo principi di trasparenza e condivisione tra gli attori politici ed il resto della città. In Tar del Lazio ha bocciato, infatti, l'ultimo PRG, redatto dalla giunta Finestra proprio a causa delle procedure nei processi di redazione e di trasparenza. Le forze politiche, di fatto non sono state messe in condizioni di valutare le scelte programmatiche e contribuire così alla redazione con proposte integrative e/o alternative. Come tra l'altro lo stesso statuto comunale recitava. Anche le associazioni varie che pure si interessano delle sorti della nostra collettività sono state messe in condizioni di non poter partecipare nella costruzione dello strumento più importante di pianificazione delle trasformazioni del territorio. Queste sono le premesse. Sulla questione delle Terme e della Marina di Latina, non potevamo aspettarci nulla di buono. Leggevo giorni fa sul quotidiano Latina Oggi, che nel periodo che va dal 1993 ad oggi risultano essere stati realizzati 300.000 metri cui di edilizia abusiva. Come possono essere credibili le proposte e le ipotesi di governo del risanamento della marina di Latina formulate da chi in questi ultimi dieci anni non è stato neanche capace di sovrintendere alla salvaguardia del territorio la cui cura è stata affidata dai cittadini che, ricordiamolo, nella stragrande maggioranza sono rispettosi delle leggi che regolano la convivenza civile. Da molte voci nella città, compresa la nostra, si sollecita all'amministrazione locale a riprendere lo studio sulla pianificazione urbanistica. Pianificazione seria però. Che non prescinda da un'accurata conoscenza dei fenomeni che si esplicano ed interagiscono nel comune di Latina. Rispettoso della qualità dell'ambiente. Perché la qualità della nostra vita è strettamente correlata con quella. Dopo di chè potremo affrontare serenamente tutte le proposte di sviluppo e di trasformazione poiché supportate da conoscenze approfondite delle peculiarità del nostro territorio. Su queste premesse, saremo disponibili ad ogni confronto con spirito costruttivo poiché le proposte di sviluppo non potranno prescindere dal rispetto degli interessi della collettività tutta che vive il territorio e non gli interessi di alcuni a danno degli altri».

Mauro Cascio


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