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Sen Felice. La Cultura del Mare. Monica Maggioni, da Baghdad alle terre di Circe: «Pare non possano esistere nella stessa vita due posti così»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Monica Maggioni, inviata Rai in Iraq e presentatrice de La Cultura del Mare. Da Baghdad a San Felice... «Già. Pare non possano esistere nella stessa vita due posti così diversi. Arrivare da un posto dove tutti intorno è paura, problemi, vita durissima ad un posto così bello, un borgo antico vicino al mare». Quanto noi non sappiamo dell'Iraq? «Io credo che ci sia una grande distanza tra l'essere qui e l'essere lì. Non è che non si sappia perché c'è chi sa quale strano segreto nascosto. Quello che non si sa è mandare i figli a scuola con la paura di un'autobomba o sognare una vita normale». Perché ha scelto di "raccontare"? «Perché da bambina leggevo molto i corrispondenti di guerra. Leggevo Oriana Fallaci. E Tiziano Terzani, che è morto da qualche giorno e che mi piace sempre ricordare. Leggevo le loro cronache e mi dicevo: ecco, io voglio fare questo. Ed oggi ce l'ho fatta». Cosa non si aspettava di vedere lì? «Tutto è al limite e tocca le emozioni più profonde». C'è qualcosa che lei ha scelto di raccontare in maniera più sobria e felpata rispetto alla realtà delle cose? «Non lo potrei fare per carattere. Io non riesco molto a misurarmi. Ho la tendenza a raccontare con emozioni e analisi». Per molti è stata un guerra comunque necessaria, per pochi altri una guerra sbagliata. Nel momento in cui la si vive può cambiare la visione della scelta dell'intervento? «Quando uno fa il giornalista dovrebbe limitarsi a fare il giornalista, non il politico». C'è qualcosa che le è rimasto dentro? «Tutto».

Elisabetta Rizzo

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