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Latina. Cusani, un primo bilancio a 60 giorni dall'insediamento. «La sinistra è sempre la stessa. Alza la voce e non ha idee propositive»
Presidente Cusani, dal suo insediamento in Provincia sono trascorsi sessanta giorni,
quale primo sommario bilancio può tracciare?
«I primi sessanta giorni sono stati fondamentali, mi hanno dato la possibilità di avere
un'esatta dimensione delle questioni importanti, soprattutto quelle di carattere istituzionale
in senso più stretto, e mi riferisco a tutto ciò che riguarda il mondo della scuola, la
viabilità, la sicurezza delle strade, il problema dei rifiuti.
In questi primi giorni abbiamo attuato nuovi provvedimenti per l'ottimale funzionamento
dell'ente, che ci consentiranno di avere una struttura gerarchica.
Per esempio, non avevamo un direttore generale posto ai vertici dell'Amministrazione, quindi,
avevamo una dirigenza acefala.
Sul fronte dell'organizzazione interna, abbiamo già prodotto una serie d'incontri per capire
quali potrebbero essere gli aggiustamenti da portare avanti.
Poi ci siamo tuffati sugli argomenti emergenziali.
Sui rifiuti abbiamo aperto il dibattito, e nei prossimi giorni lo faremo concretamente e
sostanzialmente, con degli atti che perverranno nelle commissioni consiliari.
Su questo fronte c'è piena sintonia con il Commissario regionale e ci lavorerà il nostro
assessore all'ambiente con l'intera maggioranza.
In questi giorni abbiamo anche cercato di capire ciò che possiamo fare riguardo allo sviluppo
economico.
Il primo passo è stato quello di attivare un tavolo di concertazione con i rappresentanti
del mondo sindacale, di categoria, delle associazioni.
Con loro abbiamo stabilito un percorso che da settembre si occuperà in maniera costante,
non solo delle crisi che riguardano le aziende della provincia di Latina, ma soprattutto
per la costruzione di un Piano di Sviluppo, che sarà un nuovo patto di crescita per
il territorio e conterrà due elementi fondamentali: Un Patto delle Burocrazie dei Comuni
e della Provincia per accelerare le procedure sugli investimenti, e Una Seconda Linea di
Sviluppo in grado di coinvolgere tutte quelle istituzioni che servono a creare un'immagine
e una reputazione giusta del territorio per attrarre dall'esterno nuovi investimenti.
Questo lo faremo attraverso un Tavolo di Concertazione, che si è già insediato e Una
Conferenza delle Istituzioni, cioè il luogo dove gli eletti: dal Parlamento nazionale
alla Provincia, possano discutere delle grandi questioni.
L'Osservatorio Economico - Sociale, - vedremo se sarà possibile farlo di concerto con la
Camera di Commercio - dovrà consentirci di poter programmare lo sviluppo per attuare
una vera politica economica, partendo dai dati di carattere sostanziale che riguardano
la nostra Provincia e non da quelli macroeconomici nazionali.
Attraverso la delega conferita all'Assessore Panfili, immediatamente attivare lo Sportello
Unico delle Attività Produttive, che sarà il posto nel quale tutte le iniziative di
carattere imprenditoriale del territorio troveranno risposte certe e celeri.
In sessanta giorni, dunque, non ci siamo limitati a fare la radiografia delle questioni
che riguardano il governo della Provincia, ma abbiamo gettato le basi per attuare il nostro
programma.
Giorni importanti anche per comprendere lo stato dell'arte della struttura burocratica,
che ho trovato demotivata e che invece va incoraggiata e organizzata.
Poi abbiamo messo in campo la Giunta, assegnato le deleghe, alcune di queste anche
innovative e fondamentali per l'attuazione del programma.
Sessanta giorni importanti anche per costruire nuovi rapporti con le altre istituzioni,
per erigere insieme quel sistema di cui parlavo in precedenza.
Abbiamo avuto, però, anche conferma dell'incapacità di spesa dell'ente, e la misura
dell'avanzo di amministrazione sul conto consuntivo 2003, è la dimostrazione di questa
scarsa capacità di spendere le risorse, soprattutto sul campo degli investimenti.
Non credo si possa considerare una buona amministrazione quella che risparmia e non spende.
Una buona amministrazione è quella che risparmia impiegando bene le risorse dei cittadini,
migliorando i servizi, realizzando investimenti.
Quindi, anche in questo campo, l'obiettivo è quello di ridurre al minimo l'avanzo di
amministrazione, e fare in modo che negli anni futuri diminuisca anche la pressione
tributaria degli enti locali e della Provincia».
Presidente, sulla vicenda legata a Carturan, Zarra e Capponi, quali aggiornamenti ci può fare?
«Abbiamo sempre sostenuto che si trattava di una questione interna al partito e credo
che ciò sia ancora oggi.
C'è il rischio, però, che l'atteggiamento di alcuni consiglieri, che si riferiscono all'UDC
e che si dichiarano dell'UDC, coinvolga anche i rapporti con gli altri soggetti della
maggioranza e con il presidente.
In altre parole, quando un atteggiamento posto in essere, per esempio: nel decidere di
non votare i presidenti e le commissioni consiliari stabiliti dalla maggioranza, questo
comportamento diventa, di fatto, un gesto non solo rivolto contro il segretario del proprio
partito ma anche contro l'intera maggioranza.
Nei prossimi giorni verificheremo se il percorso intrapreso da Carturan, Zarra e Capponi,
è da considerarsi un comportamento d'opposizione alla maggioranza, e se ciò sarà,
ritorneremo in Consiglio per rifare le commissioni.
Lo Statuto prevede, infatti, che le commissioni consiliari devono essere composte sulla
base di una logica proporzionale.
Se la maggioranza dovrà essere di 17 consiglieri, noi in proporzione vogliamo avere
la stessa maggioranza nelle commissioni.
Se è di 19 consiglieri ne saremo ben felici, perché, credo, che diventerebbe difficile
spiegare agli elettori che si abbandona una maggioranza soltanto per qualche posto di
assessore in più o in meno.
Mi sembra questo il modo più becero che interpretare la politica, ma soprattutto di ripagare
la fiducia degli elettori.
Noi come punto di riferimento guardiamo al programma che abbiamo sottoscritto con gli
elettori. Siamo, per questo, obbligati a dare risposte e risultati: costi quel che costi».
Quale è il suo giudizio sull'opposizione consiliare.
«Non mi sembra che l'opposizione abbia cambiato stile rispetto alla trascorsa campagna
elettorale.
Ad elezioni finite mi aspettavo un atteggiamento più costruttivo, più propositivo,
più collaborativo.
Mi sembra, invece, che è in campo il prolungamento della campagna elettorale.
I toni sono gli stessi, il linguaggio è lo stesso, le idee idem.
L'opposizione dovrebbe urgentemente prendere atto che le elezioni le ha perse per le
idee contenute in quel programma e coerentemente cambiare registro».
Alcuni affermano che la Giunta, ancora una volta, è composta di tanti assessori residenti
nel sud della Provincia.
Sono convinto che non c'è un problema di luoghi d'appartenenza degli amministratori. C'è
invece la capacità che va dimostrata e attuata di rappresentare gli interessi dell'intera
Provincia.
Bisogna avere la capacità di scegliere sulla base di esigenze prioritarie che non hanno
partito, non hanno un campanile, non hanno un luogo di appartenenza e d'origine.
Hanno, invece, la capacità di capire che se bisogna costruire una scuola a Latina o ad Aprilia,
è importante farla indipendentemente se l'assessore è di Sabaudia o Sperlonga, perché quella
scuola è importante per quella città.
In sostanza, voler ricondurre le nomine ad un fatto localistico e campanilistico mi
sembra non interpretare correttamente il senso, tra l'altro, della legge sulla nomina
degli assessori, o in ogni caso delle geografie elettorali.
Ci troviamo alla vigilia di ferragosto, periodo opportuno per concedersi qualche giorno
di vacanza». Dove andrà il Presidente Cusani.
«Al lavoro!
Noi siamo impegnati a mettere in campo il massimo degli sforzi.
Faremo una pausa nel fine settimana che dedicheremo alla famiglia.
Oltre a questo, qualche ora libera la passeremo facendo visita ai meno fortunati.
Penso di incontrare gli ospiti della mensa della Caritas di Formia o di Latina».
Elisabetta Rizzo
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