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Sabaudia. Olimpiadi. Il comandante Bellantuono e i suoi ragazzi

Sabaudia, di nuovo alla ribalta delle cronache nazionali. Non per il gossip estivo bensì come «città dello sport», mantenendo quelle promesse che le hanno fatto meritare a suo tempo l’ambito titolo. Non tutti infatti sanno che dalla cittadina protetta dal promontorio del Circeo, è partito un nutrito contingente di atleti. Ce ne parla Gaetano Bellantuono, da ben diciassette anni Comandante del terzo nucleo atleti Fiamme Gialle, Canoa e Canottaggio. «E’ vero. Ben dieci atleti del canottaggio ed un allenatore sono già ad Atene. I loro nomi e le rispettive specialità sono: Luca Agamennoni (quattro senza senior); Catello Amarante ( quattro senza pesi leggeri); Sergio Canciani (otto fuori scalmo senior) Federico Gattinoni (quattro di coppia senior) Dario Lari (due senza senior) Nicola Morioni (riserva) Valerio Pinton (otto fuori scalmo senior) Simone Raineri (quattro di coppia senior) Alessio Sartori (doppio senior) Simone Venier (quattro di coppia senior) Francesco Cattaneo (allenatore). Per la canoa invece giovedì mattina partirà l’unica squadra maschile, tutta di Sabaudia. I tre atleti sono Antonio Rossi e Beniamino Bonomi per il K2 500 e 1000; Andrea Facchin per il K1 500 e 1000. Sono tutti residenti qui, si allenano qui eccetto i periodi in cui le rispettive federazioni, presso i loro centri federali, scelgono gli atleti migliori per formare quegli equipaggi nazionali che andranno a rappresentare l’Italia. Alcuni sono molto giovani. E’ il caso di Venier, che ha vent’anni ed è una creatura interamente di Sabaudia, figlio d’arte, poiché anche il padre era atleta ed allenatore; per il canottaggio il “senior” è Alessio Sartori, che ha ventotto anni. Quindi un equipaggio decisamente giovane e che pertanto rappresenta anche il futuro, ovvero Pechino 2008. Possono andarci tutti e senz’altro si aggiungeranno nuovi atleti». Su quali dei suoi ragazzi si concentrano al momento le aspettative? In questo momento, considerato l’andamento delle Olimpiadi, Alessio Sartori sembra avere grandi chance. Sartori è una nostra creatura, cresciuto ed allenatosi qui dall’età di dieci anni. Ecco -ci tiene a sottolinearlo con giustificato orgoglio il Comandante Bellantuono- c’è un aspetto importante che voglio ricordare. Noi non solo facciamo sport ad alto livelli, ma svolgiamo anche un servizio importante nella cittadina a livello sociale. Noi prendiamo giovani di Sabaudia e zone limitrofe, insegniamo loro questo sport e può capitare anche che arrivino fino alle Olimpiadi. Si pensi che mediamente ogni anno arruoliamo una o due persone» Quali titoli annovera il medagliere di Sabaudia nella storia del centro? « Nel passato vantiamo una medaglia agli Europei del 1961, poi diversi mondiali. Le prime medaglie olimpiche sono del 1992, con il bronzo di Rossi e Dreossi a Barcellona». Comandante Bellantuono, è vero che anche lei è stato un atleta e quanto questo le ha giovato nel ruolo che attualmente svolge? «Si, devo dire che ho iniziato con l’atletica, con il lancio del peso. Poi sono andato nel ‘66 a fare il corso per Finanziere a Porto Ferraio. C’era il famoso allenatore Catavero, che passava in rassegna i battaglioni, per scegliere quelli più alti ed avviarli a questo meraviglioso sport, il canottaggio. Devo essere sincero, io non sapevo neppure cosa volesse dire la parola “canottaggio”. Ero solo appassionato del mare e Catavero mi disse “…allora vedrai che ti piacerà”. Così è stato. Sono arrivato a Sabaudia nel ‘66 come atleta, sono stato selezionato come capovoga del “quattro con” per le Olimpiadi di Monaco del ’72, assieme ad atleti della Marina e dei Carabinieri. Ma poi purtroppo non sono riuscito ad andare. Quindi, considerando che il mio obiettivo erano le Olimpiadi, ho lasciato ed ho preferito andare a far servizio. Nella mia formazione, essere stato un atleta, è stato importantissimo per poter dirigere un centro di rilievo come questo. Solo chi è stato un atleta può capirne i problemi, le esigenze e saper affrontare i momenti critici. Vede, in questo centro risiedono venti atleti per il canottaggio, che lavorano ad alto livello e dieci della canoa. A volte è come essere uno psicologo, devi intuire i momenti in cui è necessario dare una mano ad un giovane o quando invece bisogna tirargli un po’ le orecchie perché non sta facendo il suo dovere». Forte della sua esperienza, quale definizione darebbe dello sport del Canottaggio? «E’ uno sport molto faticoso, che richiede tanti sacrifici. E che non tempra solo, come dicono tanti, il fisico, ma anche il carattere. Chi ha fatto il canottaggio, ne sono convinto, affronterà con più grinta anche i problemi della vita, quelli che quotidianamente ci troviamo ad affrontare» Comandante Bellantuono, chi a Sabaudia ha vissuto ed operato, ricorda grandi manifestazioni sportive nazionali ed internazionali e premiazioni nello splendido scenario del Lago di Paola. Ora si ha l’impressione che Sabaudia sia come uscita dal circuito. Qual è la sua spiegazione? «Si, effettivamente al momento questa è la situazione. Però, sia ben chiaro, si vociferava che erano i tecnici nazionali a non apprezzare il lago perché ventoso. Ecco, basti pensare che a Skinias, il bacino olimpico di Atene, hanno dovuto sospendere le gare a causa del vento. Io però , che per quattro anni, dal 1996 al 2000, ho fatto parte del Consiglio Nazionale della Canoa, ritengo che ci sia un altro fattore. A Sabaudia manca un Comitato organizzatore, che deve essere al di fuori degli enti militari che orbitano sulla città. Bisogna trovare degli sponsor, i materiali e volontari disposti a prestare servizio, oggi sempre più rari. Ci vuole un comitato ben consolidato per riportare le gare a Sabaudia. Ma si può fare, è fattibilissimo tanto che se questi giochi olimpici, invece che svolgersi ad Atene, si fossero svolti a Roma, il bacino doveva essere Sabaudia. A riprova di questo, Sabaudia è così rinomata all’estero che questa è una domanda frequente: perché non si fanno più sul vostro lago gare internazionali? Nel periodo invernale tutti gli atleti dei Paesi del nord vengono a svernare qui, visto che i loro laghi e fiumi sono ghiacciati. Ma gli atleti stranieri vengono anche per misurarsi con noi, perché ormai siamo un punto di riferimento nel panorama internazionale, specie in considerazione delle medaglie olimpiche vinte negli ultimi anni». Comandante, per tornare all’agone olimpico, quali sono le date in cui si svolgeranno le gare più importanti? E Lei come le seguirà? « Gli appuntamenti sono il 21 e il 22 Agosto per il canottaggio, mentre per la canoa il 26 e il 27, le finali. Quest’anno, come guardia di Finanza, sono partiti per Atene ben quarantadue atleti nelle varie discipline. Io giovedi mattina parto per vedere sia le semifinali che le finali di canottaggio. Qundi –sorride scaramantico Bellantuono- incrociamo le dita ed aspettiamo il rientro».

Donata Carelli


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