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Velletri. Una realtà editoriale che ha fatto scuola: il settimanale La Torre. Tonino Cecinelli: «Diamo alla cronaca un rilievo quasi minimo...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Tonino Cecinelli, direttore di un settimanale storico come "La Torre". Siamo incuriositi. Noi siamo di Latina ma "La Torre" è un giornale conosciuto anche qui. Ha fatto in qualche modo "scuola", nella sua storia decennale. Un ruolo fondamentale, importante nella comunicazione mediatica di Velletri, soprattutto da un punto di vista culturale. Come si riesce ad avere questa preminenza? «Sì, la Torre è stato un po' il periodico antesignano di molte altre esperienze editoriali. Siamo nati nel 1968 ed abbiamo avuto subito un impatto favorevolissimo. Velletri, vedete, è un fatto a sé. Io dico sempre che la sua varietà culturale è una meraviglia. Ci sono ben quattro settimanali, oggi. La Torre è un capostipite. Posso dire che ci occupiamo sì di cronaca e vita locale. Ma diamo molto spazio alla cultura. Un tocco che difficilmente si trova altrove. Ci sono pagine curate molto bene, come quelle di Renato Mammucari. Tanti ci riconoscono questo pregio». Ed è una cosa particolare. Molti scelgono appunto la cronaca proprio perché, come si dice in gergo, "tira", ovvero "premia", sia in termini di vendite che in termini di interesse. Si riesce a fare molta cultura ed a restare in piedi? «Noi facciamo cultura in funzione della realtà di Velletri». Quanto è importante il ruolo dell'editore? «È tutto. Io mi trovo in sintonia quando mi dice in tutta franchezza che non importa vendere le 100 copie in più o in meno, ma fare un prodotto veramente buono. Ti invoglia a dedicare più pagine ad argomenti importanti, profondi. Il giornale si eleva di tono».
Andrea Apruzzese
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