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Latina. A tutto Volume. Piermario De Dominicis: «Sono tanti anni che faccio il libraio e non l'ho ancora capito quanto davvero si legga da noi»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Piermario De Dominicis,
all'apertura della sua nuova libreria, in via Armellini.
Quindi a Latina, in fondo in fondo, si legge...
«Io faccio il libraio da tanti anni e devo dirvi che non lo so
se si legge a Latina. Non credo si legga molto, penso sia una città
abbastanza depressa da questo punto di vista. So che tutte le librerie faticano ad
andare avanti.
Noi abbiamo il conforto di essere frequentati da chi è lettore
abituale, il nostro è un punto di vista privilegiato:
il non-lettore è difficile lo troviate qua».
Voi sostanzialmente educate chi educato lo è già di suo...
«A Latina, ma in Italia in generale, esiste una volontà precisa
di non far leggere. Io credo che un popolo che non legge è un popolo
più manovrabile, condizionabile, persuasibile più con gli spot
che con l'informazione. Non è facile perché ti batti contro un sistema
in cui conta l'immagine, la notorietà. Pensiamo a trasmissioni agghiaccianti
come "Il Grande Fratello". Quella è gente che non sa fare nulla e che
trova mille lavori, non ce li leviamo più di torno. Vanno nelle discoteche
ad esistere. Stanno un'ora lì in mezzo e li pagano pure. Ci perseguitano
a vita. Noi cerchiamo di reagire con una concezione aperta della libreria.
Sappiamo che gli italiani sono terrorizzati dalla libreria. Un posto noioso,
cupo. Se entro mi chiedono qualcosa di terribile, oddio. Io non so nulla.
Magari mi chiedessero la formazione del Modena, chissà... potrei farcela.
Noi abbiamo, ripeto, una concezione diversa.
Questi sono luoghi di incontri, di scontri, di urla, di litigi».
Andrea Apruzzese
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